Roma, 27 aprile 2023 - Una sfida a due già decisa oppure la sorpresa è dietro l'angolo? Il Giro d'Italia 2023 si avvicina e i protagonisti, in attesa di farlo su strada, scaldano i motori a suon di dichiarazioni a mezzo stampa. La rassegna la apre Primoz Roglic, poco convinto che la lotta per la vittoria della classifica generale sia una questione tra lui e Remco Evenepoel.
Vietato parlare di lotta a due
Dietro le parole dello sloveno non sembra esserci la pretattica, bensì una reale convinzione che affonda le sue radici in un precedente: quello datato 2019. "Si parla tanto di me e di Remco, ma il ciclismo è uno sport complesso e ricco di corridori di altissimo livello. Corse del genere sono inoltre decise anche da piccoli dettagli: motivo per cui serve sempre la massima attenzione. Non solo: come si è evinto anche l'anno scorso, tutto si decide nell'ultima settimana e io lo so bene, perché nel 2019 ero partito forse fin troppo bene e alla fine sono rimasto fregato". Insomma, alla freschezza di Evenepoel fa da contraltare l'esperienza di Roglic, che preferisce pensare a una tappa per volta: a cominciare dalla cronometro che aprirà il Giro. "Non voglio preoccuparmi degli altri: meglio focalizzarmi su me stesso. Per la frazione iniziale i favoriti però non siamo solo io e Remco: occhio anche a Filippo Ganna. Per la vittoria finale la parola come sempre andrà alla strada: Evenepoel non deve dimostrare a nessuno la sua forza, mentre io - conclude il corridore della Jumbo-Visma - cercherò di farmi trovare nella migliore condizione possibile per cogliere le opportunità che mi si presenteranno nell'arco delle tre settimane di corsa. Alla fine a vincere sarà il più completo".
Carthy possibile sopresa?
Intanto, tra i possibili outsider c'è chi gioca a nascondino togliendosi - in maniera più o meno esplicita - dall'elenco degli aspiranti alla maglia rosa e chi invece conferma senza troppi giri di parole la propria candidatura: si tratta di Hugh John Carthy, intercettato dai microfoni di WielerFlits. "Roglic ed Evenepoel saranno i punti di riferimento della competizione, ma un Grande Giro è molto diverso da una corsa a tappe di una settimana: in quest'ultimo contesto è facile dominare, mentre in un lasso temporale più ampio sono tante le cose che possono andare storte. Penso quindi - continua il corridore britannico - che sia sbagliato pensare che la battaglia riguardi solo l'ultimo gradino del podio". Insomma, in casa EF Education-EasyPost si scalpita per conquistare i gradi di capitano. "Io partirò con l'ambizione di fare classifica: nelle prime due settimane cercherò di stare tranquillo per vedere come va, anche perché il percorso di quest'anno è molto più duro di quelli delle precedenti edizioni. Sarà importante arrivare alla corsa senza stress e pressioni, come sto facendo io". Con un Carthy così ambizioso la domanda sorge spontanea: quale sarà invece il ruolo dell'eterno Rigoberto Uran e della rivelazione della primavera Ben Healy? Senza dimenticare, più nelle retrovie, il nome di Jonathan Caicedo.
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