Bormio (SO), 23 maggio maggio 2017 - Un'emozione senza fine questo Giro d'Italia 2017. La rinascita di Vincenzo Nibali nel giorno della tappa del doppio Stelvio e della crisi di Dumoulin che salva per pochi secondi la maglia rosa in classifica generale nel giorno in cui il Giro numero 100 si riapre totalmente. Un pomeriggio che tanto era stato deludente fino ai piedi dell'ultima salita, quanto si è poi rivelato spettacolare per quel che è accaduto tra la salita e la discesa dell'Umbrailpass: a cominciare dal clamoroso attacco di dissenteria che ha messo ko la maglia rosa Tom Dumoulin (VIDEO) proprio ai piedi dell'ultimo gpm, per arrivare alla grande azione di Vincenzo Nibali, che attacca in vista dello scollinamento e fa il diavolo a quattro in discesa, andando a riprendere Landa e a vincere la tappa regina del Giro d'Italia 2017. Lo Squalo guadagna terreno nei confronti di tutti i rivali diretti. Compresi gli abbuoni, rifila 18" a Quintana, 1'45" a Pinot, più di due minuti a Dumoulin al quale, in classifica, restano appena 31" su Quintana e 1'12" su Nibali, risalito fino alla terza posizione. Arrabbiatissimo alla fine, l'olandese, per la reazione del gruppo dopo il suo incidente. Gli occhi tradiscono l'umore, assolutamente nero: "Dicevano che dovevano tirare per prendere Kruijswjik davanti - accusa Tom -. Mi hanno ingannato, non c'è nessun rispetto". Quintana si dice "soddisfatto" per un "giorno molto positivo". Vincenzo Nibali parla di "bellissima tappa" e di "volata difficile". Non si lascia andare a facili entusiasmi e ricorda il compagno e amico Michele Scarponi. "Prioprio ieri ricorreva un mese dalla sua morte. Ho sentito Anna (la moglie del corridore dell'Astana, ndr), mi ha detto di pensare a lui. E' bellissimo vedere quanti striscioni per Michele ci siano sul percorso". Sulla volata finale: "Anche Landa ci teneva moltissimo a vincere. Correvamo in squadra insieme, eravamo come fratelli".
Domani tappa 17: orari tv, percorso e favoriti
La vittoria di Jungels a Bergamo LA TAPPA Ennesima partenza a razzo, con ventisette uomini a provare la fuga nella prima parte di gara, in rappresentanza di sedici formazioni: unico corridore della top ten a non avere gregari in avanscoperta è Vincenzo Nibali, e così tocca proprio alla Bahrain-Merida il grosso del lavoro per andare a chiudere. Si inizia a salire verso il Mortirolo - ma dal versante relativamente meno duro, quello di Monno, che in precedenza era stato scalato solo al debutto di questo mitico passo al Giro, nel 1990 - e davanti le carte si rimescolano: rientrano sulla fuga corridori importanti come la maglia azzurra Omar Fraile, il francese Rolland, il basco Landa e, in particolare, Andrey Amador e Steven Kruijswijk, rispettivamente nono e decimo della generale. Tra gli attaccanti, anche oggi, c'è pure Luis León Sánchez: ed è proprio lo spagnolo dell'Astana a passare per primo sulla vetta del Mortirolo, quest'anno dedicata al compianto Michele Scarponi. Bravo Fraile, in piena corsa per la classifica degli scalatori e quindi interessato a rastrellare quanti più punti possibile, ad accontentarsi della seconda posizione, lasciando appunto a Sánchez la possibilità di omaggiare il compagno di squadra scomparso il 22 aprile scorso. Scelta non banale quella del vincitore della tappa di Bagno di Romagna che, per altro, sulla successiva salita allo Stelvio sarà tra i primi a perdere contatto consegnando, di fatto, la maglia azzurra virtuale proprio a Sánchez. Sull'ascesa più lunga e alta del Giro 2017 ci si aspetterebbero fuoco e fiamme e, invece, è calma piatta nel gruppo della maglia rosa tirato dalla Trek di un altro olandese, Bauke Mollema. Unico ad attaccare è così Tejay Van Garderen, lontanissimo in classifica e quindi del tutto innocuo. Davanti, intanto, il gruppetto dei battistrada si riduce a otto corridori: Amador e Izagirre della Movistar, Landa e Deignan della Sky, Kruijswijk, Sánchez e poi gli outsider Antón ed Hirt con un terzo Movistar, Winner Anacona, a fare l'elastico. Curioso il comportamento del colombiano, inizialmente rialzatosi forse per essere d'aiuto ad un eventuale attacco del proprio connazionale e capitano Quintana: attacco che tuttavia non ci sarà, costringendo dunque Anacona ad impegnarsi in una rincorsa ai compagni di fuga che si conclude ad un paio di chilometri dalla vetta del gpm. A passare per primo sulla Cima Coppi è Mikel Landa, che precede il corregionario Igor Antón e Luis León Sánchez. Due minuti e mezzo, in cima, il ritardo del gruppo della maglia rosa, del quale fanno ancora parte tutti gli uomini di classifica ad eccezione dei due in fuga, Amador e Kruijswijk.
Inizia la picchiata e attacca Amador, inizialmente da solo e poi raggiunto da Landa: altra mossa tatticamente poco comprensibile da parte dell'ammiraglia Movistar che, contemporaneamente, chiede invece al terzo uomo inserito nella fuga, Gorka Izagirre, di rialzarsi e aspettare Quintana. Alle spalle della coppia al comando rimangono così in cinque: Deignan, Anton, Anacona, Hirt e soprattutto Kruijswijk, che si sobbarca l'onere dell'inseguimento andando a chiudere il buco a una cinquantina di chilometri dall'arrivo. Nel gruppo della maglia rosa - al quale rimane a disposizione un solo gregario, quel Laurens Ten Dam saggiamente mandato all'attacco nella prima parte della tappa - a tirare sono ora i Quick Step di Jungels, interessati a tenere sotto controllo un rivale diretto del lussemburghese per il piazzamento finale quale, appunto, Kruijswijk. E con l'avvento dei Katusha in testa al gruppo - segno che pure Zakarin inizia ad aver paura di Kruijswijk - il vantaggio dei battistrada, che pure per un breve tratto aveva superato i tre minuti, scende presto sotto i due: 1'50", per la precisione, quando la strada torna a salire per la terza ed ultima volta.
Si arriva cosà all'Umbrailpass, che poi altro non è che ancora lo Stelvio, affrontato però da un versante inedito, quello svizzero, e con scollinamento un po' più in basso della Cima Coppi, ai 2502 metri di Giogo Santa Maria. Arrampicata relativamente corta - sempre che 13 km siano pochi, soprattutto quando si hanno già nelle gambe un Mortirolo e lo Stelvio vero e proprio - ma dalle pendenze decisamente severe: 8,4% di media, e picchi del 12%. Un salita dunque molto severa, che Kruijswijk decide di prendere di petto, andandosene da solo una volta constata la scarsa collaborazione dei compagni d'avventura supersti e, soprattutto, il vantaggio in continua diminuzione. Unico a rispondere all'accelerazione dell'olandese della LottoNL è, ancora una volta, un pimpantissimo Landa, mentre anche Amador accusa il colpo.
Ma ad accusare il colpo, improvvisamente, è anche Tom Dumoulin: la maglia rosa non soccombe ad un avversario, bensì ad un violento attacco intestinale che lo costringe ad un repentino streap tease e ad una sosta di circa un minuto in mezzo ai prati, per espletare le impellenti necessità fisiologiche. In altri tempi, questo avrebbe significato l'inizio della bagarre tra i big. come sucesse a Charly Gaul che, fermatosi a fare pipì, venne attaccato da Gastone Nencini perdendo così il Giro del 1957. Gli avversari di Dumoulin, invece, preferiscono non affondare il colpo, restituendo evidentemente il favore alla maglia rosa he domenica, nella tappa di Bergamo, aveva deciso di attendere Quintana dopo la caduta del colombiano scendendo dal Selvino.
E mentre Dumoulin è ugualmente costretto a inventarsi una cronoscalata individuale per dare la caccia ad un gruppo ora distante 1'30", davanti il ceco Jan Hirt si riporta, un po' a sorpresa, su Kruijswijk e Landa in testa alla corsa. Quando al terzetto venutosi a formare resta appena un minuto sul gruppo dei big, attacca Mikel Landa ed è proprio Kruijswijk ad accusare maggiormente il colpo. Dietro, finalmente, Vincenzo Nibali accende la miccia provocando l'immediata reazione di Nairo Quintana e Domenico Pozzovivo. Sono loro - il Condor colombiano e i due italiani - gli uomini forti dell'Umbrailpass. Ma forte è anche Ilnur Zakarin, che diventa presto il quarto vagoncino di un treno rispetto al quale Dumoulin vede il ritardo salire verso i due minuti: bravissimo, comunque, a non andare alla deriva a dispetto di una situazione critica, l'olandese in maglia rosa.
L'altro olandese grande protagonista di giornata, Kruijswijk, è ripreso dal quartetto di Nibali e Quintana ad un paio di chilometri dal gpm, perdendo presto contatto per finire poi inghiottito da un secondo drappello con Jungels, Pinot e Formolo. Stessa sorte, mille metri più su, toccherà anche ad Hirt, mentre Landa passa da solo in vetta all'Umbrailpass. E quando siamo già all'ultimo chilometro di salita, un nuovo e più convinto scatto di Nibali costringe pure Quintana sulla difensiva: Zakarin e Pozzovivo perdono qualche metro, e pure il formidabile scalatore colombiano deve fare del suo meglio peretenere il passo del miglior Vincenzo visto fin qui a questo Giro 100. Lo Squalo ed il Condor scollinano con una dozzina di secondi di ritardo da Landa, presto raggiunti però anche dagli stessi Zakarin e Pozzovivo, bravi a riagganciarsi all'inizio della discesa. Quanto al povero Dumoulin, 2'20" il suo ritardo da Landa in cima alla salita: qualcosa meno nei confronti di Nibali & c., ma comunque nell'ordine dei due minuti.
Per andare fino all'arrivo, si diceva, c'è ancora una picchiata particolarmente ripida e tecnica, e qui Nibali si produce in una discesa spericolata che gli consente di seminare Quintana (e Pozzovivo, e Zakarin) e piombare su Landa a 11 km dall'arrivo. I due giungono assieme in quel di Bormio, dove Vincenzo supera Landa regalando all'Italia il primo successo di tappa a questo Giro 100. Un Giro che adesso è completamente riaperto, e che lo stesso Nibali può davvero pensare di vincere.
Ordine d'arrivo 16ª tappa: Rovetta-Bormio 1 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida in 6h24'22" 2 Mikel Landa (Spa) Team Sky s.t. 3 Nairo Quintana (Col) Movistar Team a 12" 4 Domenico Pozzovivo (Ita) Ag2r La Mondiale a 24" 5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin a 34" Abbuoni di 10", 6" e 4" ai primi tre classificati
Classifica generale dopo la 16ª tappa 1 Tom Dumoulin (Ola) Team Sunweb 2 Nairo Quintana (Col) Movistar Team a 31" 3 Vincenzo Nibali (Ita) Bahrain-Merida a 1'12" 3 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr a 2'38" 5 Ilnur Zakarin (Rus) Katusha-Alpecin a 2'40" 6 Domenico Pozzovivo (Ita) Ag2r La Mondiale a 3'05"