Lunedì 23 Dicembre 2024
ANGELO COSTA
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Favoriti Parigi Roubaix 2023: la griglia. Chi c’è dietro Van Der Poel

Van Aert e Van Baarle in prima fila, attenzione al nostro Filippo Ganna. Ecco tutti i nomi da tenere d’occhio

Mathieu Van Der Poel (Ansa)

È così importante da esser definita la Regina delle classiche. È così dura da meritarsi il titolo di Inferno del Nord. È così affascinante che almeno una volta in carriera tutti vorrebbero correrla. Dici Parigi-Roubaix 2023 e pensi a una corsa senza tempo, perché fatica e sofferenza restano quelle di una volta anche in era moderna.

Parigi Roubaix 2023: orari tv e segreti del percorso

Da Compiegne, a Nord di Parigi, al velodromo della città del carbone i chilometri sono 257, ma il tormento vero sono i 55 in pavé, distribuiti in 29 settori: un percorso unico al mondo, conservato come un vero monumento nazionale.

Non è un modo di dire: a proteggerlo è un’associazione (Les Amis de Paris-Roubaix) che cura le strade in sasso con ogni volontario, compresi gli studenti dei licei, o altri sistemi, come quello di togliere le erbacce facendovi brucare le capre. Tre i passaggi chiave (la foresta di Aremberg, il tratto di Mons Pevele e il Carrefour de l’Arbre a meno di venti chilometri dal traguardo), una la novità: dopo 19 anni torna il settore di Haspres, 1700 metri impegnativi prima della Foresta. Si corre a Pasqua, come un anno fa, una dozzina gli italiani al via, col ritorno di Moscon, già quarto e quinto in passato. Dodici anche le vittorie azzurre, con quelle di Coppi e Gimondi, la tripletta di Moser, la doppietta di Ballerini e l’ultima di Colbrelli due anni fa, nell’unica edizione disputata in autunno.

I favoriti della Roubaix

In pole

Mathieu Van der Poel

Terzo al debutto due anni fa, nono lo scorso anno: non c’è bisogno del terzo indizio per capire come si trovi sulle pietre francesi. Nè per sapere come stia: vincitore alla Sanremo, secondo al Fiandre, è decisamente uomo per tutte le classiche. Forza e abilità per guidare su questo terreno ci sono, deve solo evitare distrazioni.

Prima fila

Wout Van Aert

Esser favorito alla Sanremo e al Fiandre non gli ha portato bene: qui si gioca l’ultima occasione per conquistare una grande classica. Secondo un anno fa, non solo ha le qualità per arrivare in fondo, ma pure una squadra super: a patto che la usi meglio di quanto non abbia fatto domenica scorsa sulle strade di casa.

Dylan Van Baarle

Dominatore un anno fa, è una delle due punte Jumbo: farà corsa alla pari con Van Aert, rispetto al quale non ha corso il Fiandre, poi sarà la strada a decidere chi dei due si giocherà il successo. Ha tutto ciò che serve per far bene in questa corsa, esserci già riuscito gli darà ancora più convinzione nei propri mezzi.

Seconda fila

Filippo Ganna

Dopo aver dimostrato alla Sanremo di esser uomo da classiche, è chiamato a confermarlo nella corsa che più gli si adatta per taglia fisica e qualità di passo. Averla vinta da under 23 è una spinta in più, per vincere sulle pietre francesi a gambe buone dovrà sommare abilità di guida e fortuna.

Stefan Kung

Cronoman come Ganna, come l’azzurro vuol dimostrare di non esser buono soltanto contro il tempo: la marcia di avvicinamento al suo connazionale Cancellara è iniziata con qualche buon piazzamento sulle pietre, per fare il definitivo salto di qualità non gli resta che salire in cima al podio.

Terza fila

Nils Politt

Già sul podio da secondo, ha le caratteristiche giuste per fare centro in questa classica. Per stazza fisica e resistenza è di quelli che non temono le pietre, né hanno paura a muoversi in anticipo: dovrà farlo per evitare di giocarsela allo sprint con chi, e non sono pochi, allo sprint è più veloce di lui.

Mads Pedersen

In prima fila alla poco amata Sanremo e pure nell’amatissimo Fiandre, si ripresenta all’esame francese in ottima forma. Di esser uomo da classiche l’ha abbondantemente dimostrato, ora deve farlo in quella dove fin qui ha ottenuto poco (in passato) o addirittura niente (negli ultimi due anni, dove si è ritirato).

Gli outsiders

Davide Ballerini

Uscito malconcio dal Fiandre per via di un paio di cadute, scoprirà in corsa se la sfortuna gli ha lasciato qualche debito. In salute, con la possibilità di giocare le proprie carte, può far bene: alla peggio, può sempre rivelarsi una spalla ideale per le ambizioni di Lampaert e Asgreen, gli altri uomini d’assalto del suo team.

Jonathan Milan

Alla corsa dei suoi sogni si presenta con l’entusiasmo di chi, imparando a correr da protagonista anche su strada, qualche soddisfazione già se l’è tolta. Ha il vantaggio di poter correre leggero, al fianco del più ambizioso Mohoric: mal che vada, a 22 anni può fare un bel passo avanti sulla strada dell’esperienza.

Alexander Kristoff

Guida la pattuglia dei grandi vecchi e, come i belgi Vanmarcke e Van Avermaet, ha dalla sua la forza dell’esperienza: chissà se potrà bastare contro la scatenata gioventù che lo circonda in una corsa dove è sempre stato all’avanguardia, ma gli è sempre mancato qualcosa per vincere.