Giovedì 21 Novembre 2024
ANGELO COSTA
Altri Sport

I favoriti della Freccia Vallone 2023: la griglia. Non solo Pogacar

Finale per corridori esplosivi, attenzione a Mas e Gaudu. E se Pidcock azzeccasse la giornata giusta...

Fra Amstel e Liegi, come da tradizione, ecco la Freccia Vallone 2023, classica ridimensionata nella distanza (193 chilometri), ma non nella tradizione (nell’albo d’oro ci sono tutti i grandi), è qualcosa di più di una semplice prova generale. Soprattutto per Tadej Pogacar, inevitabilmente favorito come tutte le volte che si presenta al via: oltre a mantenere una media spaziale (quest’anno, in 17 giorni di corsa, ha conquistato 11 successi), un successo lo spingerebbe verso una tripletta nelle Ardenne riuscita soltanto al povero Rebellin e al belga Gilbert, gli unici a vincere nella stessa settimana Amstel, Freccia e Liegi. Si corre sulle strade di Vallonia, il punto di riferimento resta il muro di Huy, poco più di un chilometro con pendenze che arrivano a toccare il 20 per cento: qui si transita tre volte, l’ultima vale come arrivo e quasi sempre decide chi merita un posto nell’albo d’oro. Non c’è l’ultimo vincitore Teuns, influenzato, manca pure Alaphilippe, Evenepoel si farà vedere solo domenica alla Liegi. Dei tredici italiani al via quelli con più chance sono Bagioli e Ciccone.

Tadej Pogacar (Ansa)
Tadej Pogacar (Ansa)

In pole

Tadej Pogacar. Lo dicono i numeri, lo dice la sua voglia di correre da protagonista, lo spiega la facilità con cui quest’anno, ma anche prima di quest’anno, semina per strada gli avversari.

Prima fila

Enric Mas. Cresciuto all’ombra di Valverde, senza più il maestro accanto ha la chance di correre da primattore. Qui ha anche il terreno giusto: la rampa finale è di quelle che gli piacciono di più.

David Gaudu. Altro atleta che si esalta quando la strada si fa dura, fin qui nelle classiche ha più promesso che mantenuto. Su un finale del genere può giocarsela se riuscirà a mostrarsi esplosivo.

Seconda fila

Pello Bilbao. Degli spagnoli da montagna è quello che ha la capacità di schizzare via dal gruppo: è un altro che ha il terreno adatto per lasciare il segno, ammesso che non gli tocchi sacrificarsi per il compagno Landa.

Warren Barguil. Grande speranza di Francia smarritasi nel tempo, con questa corsa ha un feeling speciale: le ha ronzato intorno spesso, arrivando sempre ad un passo da quel podio che sembra alla sua portata.

Terza fila

Romain Bardet. Scalatore pure lui, di tutti i comprimari è quello che ha più esperienza nelle classiche: ama di più la Liegi, ma se arriva in fondo in posizione di sparo non è di quelli da sottovalutare.

Tom Pidcock. Sul podio all’Amstel dopo essersi spento nell’inseguire Pogacar, ha subito l’occasione per rifarsi: sul muro di Huy si è mostrato pimpante due anni fa, hai visto mai che trovi la giornata giusta?

Outsider

Andrea Bagioli. Non c’è Alaphilippe, non c’è Evenepoel, c’è ancora spazio per poter fare la corsa: all’Amstel gli è riuscito, riprovarci è il minimo.

Sergio Higuita. Colombiano da classiche del Nord, ha il terreno giusto per osare, anche se in un arrivo con troppi concorrenti rischia di non trovare strada libera.