Milano, 12 marzo 2023 - Il ritorno di Paola Egonu nel campionato italiano, dalla prossima stagione con la maglia del Vero Volley che gioca a Milano, ha ovviamente agitato le acque del mondo della pallavolo. Una volta una notizia del genere, per quanto importante visto che parliamo di una giocatrice giovane eppure già tra le migliori al mondo, sarebbe rimasta confinata nel recinto dello sport. Solo che Paola Egonu rappresenta nel bene e nel male l’evoluzione dell’atleta del terzo millennio, e allora alcuni ragionamenti devono essere fatti per forza.
In termini puramente sportivi, ci si potrebbe limitare a dire che l’anno prossimo Milano somiglierà molto alla nazionale, con Orro, Sylla e Folie già in rosa. E questo è sicuramente un bene anche in prospettiva azzurra. Così come può essere più facile per il ct Mazzanti monitorare i progressi di una ragazza che, per quanto fortissima, ha ancora margini di miglioramento perché ci sono alcuni aspetti tecnici nei quali la maturazione non è stata ancora completata, nonostante l’anno di lavoro con un allenatore bravissimo come Giovanni Guidetti, che sta guidando la Egonu in questa stagione al Vakifbank Istanbul.
Fuori dal campo, fa notizia la cifra che la Egonu continuerà a guadagnare, perché rimane sul milione di euro a stagione che aveva ottenuto dai turchi e che, a quanto trapela, incasserà anche a Milano. Ma questa è in fondo una legge di mercato criticabile solo da chi si sia trovato nelle condizioni della Egonu e si sia permesso di rifiutare un’offerta simile (noi non ne conosciamo nessuno...).
Più complesso è il discorso del ritorno in un paese che lei stessa ha definito razzista in più di una occasione. Ma soprattutto quello della dimensione mediatica del personaggio che ha ormai sovrastato quella dell’atleta. Per usare una metafora pallavolistica, la Egonu che scende la scalinata del Festival di Sanremo o che progetta di camminare sulle passarelle della moda (e a Milano queste sue vocazioni saranno molto agevolate) ormai 'passa sopra' il muro di quella che deve mantenere la propria credibilità sportiva schiacciando e facendo punti sul campo.
La vera sfida che attende Paola è questa: evitare che il gigante mediatico che si è gonfiato con una serie di interviste e monologhi 'scomodi' finisca per essere più importante della ragazza che sogna di vincere un mondiale o un’Olimpiade.