Roma, 4 aprile 2023 - Dopo l'ennesima impresa, compiuta tra l'altro ad appena 24 anni, il paragone con un mostro sacro come Eddy Merckx torna prepotentemente alla ribalta: il protagonista è Tadej Pogacar, reduce dal trionfo del Giro delle Fiandre 2023 che obbliga tutti ad aggiornare un palmares già da sogno.
I numeri
Nel carniere dello sloveno ci sono innanzitutto 2 edizioni del Tour de France (nel 2020 e nel 2021), con un totale di 12 tappe vinte nel Grandi Giri (il quadro è completato dal terzo posto alla Vuelta 2019). E' doppietta anche al Giro di Lombardia (nel 2021 e nel 2022), tra l'altro nelle uniche edizioni alle quali ha partecipato: il bilancio delle Classiche Monumento, se si esclude la gara vinta appena domenica scorsa, viene completato dalla Liegi-Bastogne-Liegi 2021. All'appello mancano la Milano-Sanremo, provata tre volte senza mai riuscire a centrare neanche il podio e la Parigi-Roubaix, che per espressa dichiarazione del diretto interessato potrà essere tentata solo dopo aver messo qualche chilogrammo in più a livello di peso. Leggermente diverso il discorso sulla Milano-Sanremo, quella che da molti, tra tutte le Classiche Monumento, viene considerata la più 'semplice': paradossalmente, per un corridore del calibro di Pogacar, abituato a fare corsa dura proprio quando la strada presenta le sue difficoltà più atroci, fare il vuoto su salite non impossibili come il Passo del Turchino, i Capi, la Cipressa e il Poggio è una missione quasi impossibile. Appunto, quasi: con il fenomeno sloveno mai escludere alcuno scenario, specialmente con una carriera di fatto appena alle prime battute ma già ricca di trionfi. Per l'esattezza sono 56 le vittorie totali: completano il quadro 2 edizioni della Tirreno-Adriatico (nel 2021 e nel 2022), 2 edizioni dell'UAE Tour (nel 2021 e nel 2022), la Strade Bianche 2022 e la Parigi-Nizza 2023.
La clausola rescissoria monstre
Numeri da capogiro rapportati all'età, ma non solo, per colui che è ad oggi il corridore più pagato al mondo grazie ai 6 milioni netti a stagione, bonus esclusi. Una crescita esponenziale se si pensa che nel 2019, anno in cui diventò professionista firmando il primo contratto con l'UAE Team Emirates, Pogacar guadagnava appena 80mila euro. Oggi lo sloveno è letteralmente blindato dalla formazione emiratina, che lo ha legato a sé fino al 2027 con la possibilità di svincolarsi dietro pagamento di una clausola rescissoria da 100 milioni: numeri più vicini al mondo del calcio che a quello del ciclismo. Impossibile quindi ad oggi immaginare Pogacar indossare un'altra casacca: non prima di aver almeno dato l'assalto al resto del ricco menù previsto da uno sport che, dopo anni bui e ricchi di veleno, ha trovato il suo nuovo faro. Per gli altri corridori lo stimolo invece sembra diventato uno solo: battere Pogacar vale quasi quanto una carriera intera. Per informazioni chiedere a Jonas Vingegaard, che dopo il successo al Tour de France 2022 proprio a spese del classe '98 si disse quasi pronto al ritiro.
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