Roma, 19 settembre 2022 - Non solo la pesante sconfitta sportiva, con a referto appena un settimo posto nella cronometro dei Mondiali di ciclismo 2022: su Filippo Ganna, che ha abdicato dal titolo iridato della specialità appannaggio di Tobias Svendsen Foss, si è abbattuta anche una polemica che con le due ruote c'entra molto poco. Ma con il resto dell'equipaggiamento sì.
La motivazione
Non è passata inosservata infatti quella che sembrava una fiamma tricolore dipinta sul casco del piemontese: un riferimento che molti, tra l'altro a pochi giorni dalle elezioni, hanno collegato a simboli politici. A quanto pare invece l'idea dell'azienda Kask e di Stefano Barzaghi, una firma importante e già nota nell'abbigliamento dei ciclisti, era diversa: dei fulmini in verde, bianco e rosso - i colori della bandiera italiana - su sfondo azzurro. Un design forse più chiaro lateralmente che centralmente, dove a primo impatto la somiglianza con lo storico stemma della destra era forte. Al di là delle speculazioni una cosa è certa: il nuovo casco non ha portato fortuna a Ganna, che a Wollongong ha palesato una condizione fisica deficitaria rispetto agli altri uomini più attesi. E non solo, visto che a spuntarla è stato Foss, un nome che dopo i fasti a livello giovanile si era un po' perso nei meandri del passaggio al professionismo, notoriamente uno step non sempre facile da assorbire.
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