Roma, 7 aprile 2019 - Non vincevamo il Giro delle Fiandre da dodici anni con gli uomini, da quattro con le donne: dal Belgio torniamo a casa con una storica doppietta. Fa un capolavoro Alberto Bettiol, toscano di Castelfiorentino, che a 25 anni vince la sua prima gara da professionista promettendo di avere un grande futuro non solo alle spalle: è lui a interrompere un digiuno che durava dal 2007, quando Ballan regalò all’Italia anche l’ultimo successo al Nord. Ma è un capolavoro anche quello di Marta Bastianelli, la campionessa europea, che spinta dai consigli di Bjarne Riis si aggiudica la prova femminile, firmando la seconda gioia italiana in questa corsa dopo quella di Elisa Longo Borghini nel 2015. Rispetto alla romana, Bettiol si toglie una soddisfazione da campione: sfila tutto solo fra le due ali di folla che portano al traguardo. Da campione è anche il modo in cui decide di chiudere la corsa: sul Vecchio Kwaremont, che per durezza e tradizione è uno dei ‘muri’ chiave della corsa, parte all’attacco e si fa in solitudine gli ultimi diciotto chilometri. E’ una fuga perfetta, resa strepitosa dal rango di chi insegue: a parte l’ultimo vincitore Terpstra, finito all’ospedale con un trauma cranico a metà corsa dopo un a caduta, i favoriti ci sono tutti. E a tutti non resta che inchinarsi al giovane toscano, un talento che da tempo prometteva di vivere una grande giornata: che ci riesca in una delle cinque classiche che valgono una carriera è ancor più bello. L’ORDINE D’ARRIVO - Vincendo all’ottima media di quasi 43 orari, Bettiol firma l’undicesimo italiano nell Fiandre. Precede il danese Agreen di 14 secondi, terzo il norvegese Kristoff a 17‘’, davanti a 4) Van der Poel (Ola), 5) Politt (Ger), 6) Matthews (Aus), 7) Naesen (Bel), 8) Valverde (Spa), 9) Benoot (Bel), 10) Van Avermaet (Bel), 11) Sagan (Slk), 21) Trentin a 1’58’’.
Fra le donne, Marta Bastianelli a 37 di media precede allo sprint l’olandese Van Vleuten e la danese Ludwig, con Sofia Bertizzolo quarta a 7’’. Alle spalle dell’azzurra 5) Van Dijk (Ola) st, 6) Niewiadoma (Pol), 7) Blaak (Ola) a 10’’, 8) Brennauer (Ger) a 55’’, 9) Brand (Ola) st, 10) Pieters (Ola), 11) Cavalli, 12) Paladin, 17) Longo Borghini, 21) Cecchini a 1’. LE PAROLE - "Non ci credo. Grazie a tutti, veramente", riesce a dire Bettiol appena tagliato il traguardo. Ha lo sguardo attonito, di chi è rimasto sorpreso da se stesso: per lasciare andare qualche lacrima aspetta di telefonare a casa, quasi una decina di minuti dopo il trionfo. Che racconta così: "Sul Kwaremont mi sentivo veramente bene, era lì che volevo provarci a tutti i costi. Dall’ammiraglia mi hanno detto di andare: ho chiuso gli occhi e sono partito. Quando ho visto di avere già un buon vantaggio, ho tirato dritto: sono stati i chilometri più lunghi della mia vita. E’ la mia prima vittoria, chissà quando me ne renderò conto". LE NOTE POSITIVE - Di tanti che hanno provato a vincere e si sono arresi a Bettiol, meritano gli applausi in due. Uno è il campione del mondo Valverde, che a 38 anni, complice la bella giornata, si regala un debutto in prima linea sul pavè fiammingo. L’altro è il talentissimo belga Mathieu Van der Poel, che dopo una sciocca caduta a 60 chilometri dall’arrivo nella quale rischia di frantumarsi una spalla, rincorre, rientra e nel finale è ancora lì che rincorre l’italiano in fuga: non ce la fa, ma presto nell’albo d’oro ci finirà anche lui. LA NOTA NEGATIVA - Deluso alla Sanremo, dove ha provato a sorprendere tutti con un attacco nel tratto di pianura in fondo al Poggio, Matteo Trentin non riesce a riscattarsi: quando il Fiandre entra nel vivo, lui scende. Mai in prima linea, fatica a tener le ruote quando i ritmi si alzano: è in ottima compagnia, perché anche i favoriti Stybar e Gilbert vanno alla deriva, ma chissà se basta a consolarlo.