Roma, 9 novembre 2022 - Il 2022 di Biniam Girmay può essere diviso in due parti: la prima trionfale nel segno dello storico successo alla Gand-Wevelgem e della tappa vinta al Giro d'Italia battendo Mathieu Van Der Poel e la seconda segnata - nel vero senso della parola - dall'infortunio all'occhio occorso proprio durante i festeggiamenti a Jesi.
Un intero continente da lanciare
Si è tanto parlato di quel maledetto tappo che ha stoppato le velleità di colui che è entrato nella storia come primo africano di etnia nativa a portare a casa una Classica del World Tour e una frazione della Corsa Rosa e se n'è parlato in funzione del futuro a breve termine, con la conseguente dolorosa rinuncia al Tour de France, ma anche con un occhio - nel vero senso della parola - più in là: l'attenzione si è presto spostata dal giovane eritreo dell'Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux a un intero movimento che sta prendendo sempre più piede, come ha affermato il diretto interessato a Ciclismo Internacional. "Non voglio solo ispirare i bambini africani, ma voglio anche convincere le squadre a puntare sui corridori del mio continente. In Eritrea hanno celebrato di più la tappa vinta al Giro che il successo alla Gand-Wevelgem, una corsa meno conosciuta da quelle parti ma che per me e per la mia formazione ha significato molto di più". Poi una prima bozza sui piani futuri, sperando che stavolta di mezzo non ci si metta alcun tappo. "Il mio sogno è correre il Tour de France e il Giro delle Fiandre, ma so bene che dovrei adattarmi alla pioggia e al freddo, oltre a migliorare a cronometro. La parte più difficile - conclude Girmay - sarà confermarsi: ora tutti mi conoscono e mi marcheranno stretto".
Leggi anche - Anniemiek Van Vleuten: "Voglio tornare al Giro d'Italia"