Roma, 5 ottobre 2022 - Questa settimana condurrà appassionati e addetti ai lavori del ciclismo a due appuntamenti chiave, entrambi in programma sabato 8 ottobre: l'ultima gara del calendario World Tour, il Giro di Lombardia e la caccia al record dell'ora da parte di Filippo Ganna. Record in cui nell'ormai lontano 2015 c'entrò anche Alex Dowsett, il corridore a un passo dal ritiro che ha battuto tanti pregiudizi: su tutti, diventare professionista nonostante l'emofilia.
Tra soddisfazioni e rimpianti
L'apoteosi, come accennato, arrivò il 2 maggio 2015, quando in un'ora nel velodromo di Manchester coprì 52,937 km: più del precedente primato, firmato Rohan Dennis e meno (di 1589 metri) di quanto avrebbe messo a referto il connazionale Bradley Wiggins poco più di un mese dopo. Una gioia breve ma intensa per Dowsett, specialista delle cronometro con un altro acuto, datato 2020: il contesto era quello del Giro d'Italia e il britannico si assicurò la tappa 8 (in linea), regalando all'Israel-Premier Tech la prima storica vittoria in un Grande Giro. Una giornata fantastica resa ancora più emozionante dalle parole in mixed zone del classe '88, che confessò di temere di restare senza squadra a partire dal gennaio seguente proprio nel momento in cui stava per diventare padre. La favola di Dowsett sarebbe invece proseguita, con tanto di altro tentativo di stracciare il record dell'ora a novembre 2021, nella cornice del velodromo messicano di Aguascalientes: niente da fare, con Victor Campenaerts, all'epoca ancora detentore del primato prima del blitz dello scorso agosto di Daniel Bigham, che mantenne il titolo per 534 metri. Un'inezia che non è bastata a spegnere il sorriso di colui che, al di là dei singoli risultati, negli anni si è fatto promotore di un concetto fino a qualche anno fa a dir poco fantascientifico: si può essere emofiliaci e praticare sport ad altissimo livello.
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