Mercoledì 2 Ottobre 2024
LEO TURRINI
Sport

Addio al metodo Marchionne, la rivoluzione "soft" di Binotto

Via l’organizzazione orizzontale e responsabilità più precise ai singoli. Cardile fungerà da direttore tecnico.

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di Leo Turrini

L’ultima mossa di Mattia Binotto. Cambiare tutto perché nulla cambi? Ma anche no, alla Ferrari proprio non serve un... Gattopardo. E insomma e per capirci, ieri a Maranello è stato celebrato il funerale della eredità di Sergio Marchionne.

Adesso mi spiego.

Da presidente, il compianto manager aveva imposto al reparto corse del Cavallino il famoso "metodo orizzontale" di lavoro. Tradotto: tutti insieme compatibilmente, in una disseminazione di competenze che si voleva virtuoso, con Binotto a tirare le fila.

Era il 2016. Risultati: tra il modesto e il pessimo. Ora si torna indietro. Struttura verticale. Responsabilità dirette ai singoli. Avete capito? Io, lo ammetto, fino ad un certo punto.

PROMOSSO. In breve. Gli uomini restano gli stessi. Viene modificato lo schema di gioco. Calcisticamente, si passa dal 4-3-3 al 4-5-1. Funzionerà? Boh.

Di sicuro l’ingegner Enrico Cardile, che governava la aerodinamica, fa un passo avanti. Diventa titolare della Prestazione, qualunque cosa possa significare l’etichetta. Laureato alla Normale di Pisa, bravissimo sulle Ferrari da strada, nei fatti Cardile, sempre affiancato da Sanchez, sarà il direttore tecnico che ostinatamente Binotto si rifiuta di nominare...

IL RITORNO. Segnalo poi l’enfasi che il comunicato Ferrari assegna alla consulenza di Rory Byrne, il progettista sud africano delle vetture vincenti di Schumi. E’un genio, Byrne. Ha i suoi anni, però gallina vecchia fa buon brodo (spero, eh). È sempre rimasto nell’orbita Ferrari, ma lo ascoltavano poco. Ora apriranno le orecchie, visto il disastro della SF1000.

IN PISTA. Sui circuiti continuerà a comandare il francese Laurent Mekies, che era già il diesse. Al telaio dovrà pensare ancora Simone Resta, che forse andrebbe valorizzato di più. Ai motori rimane Enrico Gualtieri, che prima si decide a richiamare dalla produzione l’ingegner Iotti meglio è.

LE PAROLE. Binotto ha motivato così la svolta: "Crediamo nel valore dei nostri tecnici, non abbiamo nulla da invidiare alla concorrenza però dovevamo intervenire per dare un segnale forte di discontinuità alzando l’asticella delle responsabilità dei leader di ciascuna area".

Politichese, oh Yes. Comunque, auguri di cuore.