Roma, 18 agosto 2022 - Difficile anche azzardare un bilancio dopo un trionfo di simile portata nel nuoto in corsia. Era previsto e prevedibile, il tifo di casa ha probabilmente aiutato a realizzare anche imprese magari più complicate alla vigilia, resta il fatto capitan Scozzoli e compagni hanno portato a compimento il più grande Campionato Europeo di sempre per l’Italia, destinato a restare negli annali per decenni. I numeri parlano chiaro: solo in vasca gli azzurri si sono messi al collo la bellezza di 35 medaglie, sbriciolando il record che era di 27 (2021), il tutto condito da 13 ori (con 13 argenti e 9 bronzi), ovviamente nuovo primato anche questo.
Europei nuoto 2022: argento nei tuffi per Elena Bertocchi e Chiara Pellacani
Ma c’è di più e di meglio: sono arrivate 63 presenze in finale (staffette comprese), 5 primati italiani, 23 record personali, almeno 1 oro individuale al maschile in ogni specialità (Paltrinieri, stile, Ceccon, farfalla e dorso, Martinenghi, rana, Razzetti, misti), almeno 1 medaglia al femminile in ogni specialità (con ori a rana, dorso, stile libero), podi in tutte le gare della rana, maschili e femminili. Potremo andare avanti per pagine e pagine. Il sunto del discorso però è un altro: se in passato, a partire soprattutto da Siviglia ‘97 (considerando anche l’epopea Lamberti-Sacchi-Battistelli-Merisi) l’Italia aveva avuto sempre grandi punte, ma poche e isolate, ora può contare su una completezza di squadra che vale quella delle grandi potenze storiche in questo sport. Non solo: a brillare, in un Europeo privo di russi, Peaty e Marchand, tra gli altri, sono stati i soliti nomi (Paltrinieri, Martinenghi, Ceccon, Pilato, Quadarella), ma anche, se non soprattutto, le cosiddette seconde linee.
Europei di nuoto 2022, Ceccon e staffetta uomini d'oro. Il medagliere finale
Lì va ricercato il vero miracolo azzurro, nelle medaglie dei Deplano, dei Cerasuolo, dei Poggio, dei Matteazzi, delle Franceschi e Caramignoli (vicina al ritiro), dei redivivi Pizzini e Cusinato (entrambi allenati da Matteo Giunta a Verona, come Scalia), nella storia bellissima, quasi struggente, di Lisa Angiolini. La seconda nazione classificata nel medagliere del nuoto è l’Ungheria, con 5 titoli e 15 medaglie, più che doppiata. Non c’è stata storia, anche perché gli azzurri, giocando in casa, si sono presentati con il contingente più ampio e atleti in buona forma, pur se a fine stagione. Chiaramente il tutto va sempre contestualizzato: i numeri del presente confrontati a quelli del passato sono gonfiati da più gare (quelle sui 50 metri, le staffette miste ecc) e le assenze di nomi pesanti hanno consentito all’Italia di raccogliere dove normalmente magari fatica. Ma in un momento in cui le manifestazioni natatorie pullulano (l’anno prossimo ancora Mondiali, in Giappone, a luglio; nel 2024 Europei, Mondiali e Olimpiadi nella stessa stagione) è inevitabile che gli atleti si gestiscano.
Vale per tutti. Contano i tempi, parametro importante, e soprattutto il fatto che la squadra di Butini abbia migliorato o eguagliato i suoi record nelle ultime tre edizioni dei Mondiali e nelle ultime tre degli Europei, oltre che a Tokyo 2020 (6 medaglie come a Sydney 2000, senza ori). La rincorsa a Parigi 2024 parte dal Foro Italico. Grazie.
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