di Paolo Grilli
Se si parlasse di motori, diremmo che Filippo Volandri sia alla guida di un bolide. L’Italia del tennis di cui è capitano è una realtà eccitante, finalmente dotata del brevetto di volo e sempre più confidente alle altissime quote: con la magnifica sensazionem, poi, che il meglio debba ancora venire.
La Coppa Davis è il torneo ideale per celebrare questa primavera fiorita con una programmazione lucida e appassionata. A Bologna, da oggi, è tempo di ottavi di finale alla Unipol Arena. Con Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Fabio Fognini e Simone Bolelli, porsi limiti pare privo di senso.
Croazia, Argentina e Svezia sono ossi duri, come no, ma adesso possiamo guardarle col piglio gagliardo di chi può tutto. Fino a pochi anni fa avremmo pensato magari a come fare il punto della bandiera, oggi arrivare tra le prime due del gruppo per volare ai quarti a Malaga a novembre è l’obiettivo condiviso da tutti.
"I quarti sono l’obiettivo minimo – conferma Volandri – è un altro mattone di un percorso che abbiamo cominciato un anno fa a Torino. È un onore e una responsabilità giocare in casa – ricorda il capitano azzurro – i giocatori sanno che la responsabilità è maggiore. Finalmente la squadra è al completo. Avere dei giocatori forti che arrivano in fondo agli Slam è un privilegio. Certo se giochi un tie a tre giorni da una finale Slam, averli tutti al 100% non è facile. Ma sono contento di avere un gruppo unito".
I dubbi della vigilia, piccoli per la verità, riguardano Jannik Sinner. A New York ha sofferto di un piccolo acciacco nei match contro Ivashka e nella maratona contro Alcaraz che poi ha trionfato. "Jannik sta rientrando dagli Stati Uniti, si allenerà domani (oggi, ndr) e poi valuteremo la situazione – precisa Volandri – ma la cosa più bella è che lui vuole giocare e ci tiene tanto".
Nella sfida contro la Croazia di domani, c’è comunque l’opzione Musetti a darci tutte le garanzie del caso. Lollo, 20 anni, già a marzo aveva mostrato uno spessore agonistico di primissimo piano vincendo la sfida decisiva in Davis contro la Slovacchia, battendo Gombos e mandandoci così ai gironi.
Sì, contro i croati domani sarà forse già una sfida decisiva per gli esiti del nostro gruppo, anche se scontano l’assenza di Cilic. Furono loro a eliminarci ai quarti l’anno scorso, e Coric non è certo un cliente facile.
"Sono contento di avere un gruppo unito – dice il capitano – e voglio ricordare anche il contributo dato a Lorenzo Sonego, che pure non c’è qui a Bologna. Berrettini? Matteo sta bene, va alla velocità della luce". Il gigante romano vorrà subito fare la voce grossa, visto che l’anno scorso dovette saltare gli ottavi per l’infortunio rimediato alle Atp Finals.
L’Italia può anche schierare un doppio di assoluto livello. Fognini e Bolelli contano 25 "ties" in Davis e sono una garanzia. Perché poi la Croazia, con Mektic e Pavic, qui è proprio a un livello assoluto.
Bologna è pronta ad accogliere gli azzurri e non farà mancare il proprio calore. Certo non sarà facile, per i reduci dallo Us Open, riacclimatarsi sul nuovo campo. "Cambia tutto – ricorda Volandri – dal cemento si passa a una superficie più lenta, ma almeno giocare indoor evita di dover considerare anche le variabili climatiche".
Doveroso un parere del capitano sul nuovo numero uno al mondo, Carlos Alcaraz. "Su di lui mi ero sbagliato – dice Volandri – perché pronosticavo che sarebbe arrivato nei primi tre in un paio d’anni, e invece in alcuni mesi si è preso già la vetta... Lui è uno fuori dal comune, per mentalità, tecnica e fisico, ma la cosa che più impressiona è la struttura che lavora per lui. La progettualità, la convinzione di raggiungere un obiettivo dopo l’altro hanno fatto la differenza.
La sua rivalità con Musetti durerà a lungo – aggiunge il capitano azzurro –. La cosa bella è che, sfidandosi già diverse volte, i due hanno alzato entrambi l’asticella del proprio gioco".