Vinitaly archivia la 56ª edizione con 97mila presenze e una centralità crescente nel mondo del vino internazionale. Numeri in crescita rispetto all’anno scorso quando furono 93mila. Ma attenzione, non è la quantità che conta in una manifestazione di questo tipo (in passato i numeri furono anche molto superiori), ma sulla qualità dei partecipanti. E anche in questo caso i numeri parlano e certificano la crescente attenzione all’export – perseguita anche con forti investimenti e una vasta campagna incoming all’estero fra roadshow e anteprime –: sono risultati in leggero incremento gli operatori esteri, provenienti da 140 paesi a quota 30.070 (31% sul totale), di cui 1.200 top buyer (+20% sul 2023) da 65 nazioni selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia per il commercio.
Bilancio positivo anche per Vinitaly Plus, la piattaforma di matching tra domanda e offerta con 20mila appuntamenti business, raddoppiati in questa edizione, e per il fuori salone Vinitaly and the city – la manifestazione sulla quale si sta orientando il pubblico di appassionati, i cosiddetti ’wine lovers’ – che ha superato le 50mila degustazioni (+11%).
Per il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo: "Vinitaly consolida il proprio posizionamento business e un ruolo sempre più centrale nella promozione internazionale del vino italiano. I dati della manifestazione, unitamente al riscontro positivo delle aziende – afferma –, confermano gli obiettivi industriali dell’attuale governance di Veronafiere fortemente impegnata a potenziare il brand fieristico del made in Italy enologico nel mondo. Va in questa direzione il rafforzamento della collaborazione con tutti i referenti istituzionali, oggi in prima linea con Veronafiere nel sostenere l’internazionalizzazione del settore". Forti anche gli investimenti sul fronte digitale, in particolare sui dati, sempre più preziosi: "La profilazione degli operatori è tra i nostri principali obiettivi strategici – commenta l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese –. Un risultato già centrato nella scorsa edizione, quella della svolta di Vinitaly, e proseguito quest’anno anche nei confronti della domanda domestica, in particolare quella del canale Horeca attraverso iniziative di comunicazione e marketing che hanno contribuito all’incremento delle presenze italiane. In questi giorni abbiamo registrato reazioni positive da parte delle aziende, dei consorzi e delle collettive regionali. Una iniezione di fiducia in un momento complesso che ci vede impegnati a supportare il principale prodotto ambasciatore e apripista dell’agroalimentare del Belpaese nel mondo".
Vinitaly è stato anche l’occasione, oltre che di affari, anche per alcuni confronti sul vino, dai trend di consumo al vino dealcolato, produzione che suscita un interesse crescente e che ha tenuto banco per vari giorni, proposto da vari produttori, anche molto rilevanti. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, presente più giorni (ma si sono visti numerosi altri ministri, oltre alla premier Giorgia Meloni) ha parlato di un risultato straordinario che ha "confermato il prestigio e l’importanza del settore vitivinicolo italiano a livello internazionale. Siamo di fronte a un chiaro segnale del continuo interesse per i nostri vini nel mondo, simbolo di qualità, storia, natura, cultura e tradizioni".
Sul fronte delle presenze estere a Vinitaly 2024, gli Stati Uniti si confermano in pole position con un contingente di 3.700 operatori presenti in fiera (+8% sul 2023). Seguono Germania, Uk, Cina e Canada (+6%). In aumento anche i buyer giapponesi (+15%). Chiuso Vinitaly, si confermano i primi appuntamenti del calendario estero che cominceranno dalla Cina: Wine to Asia (Shenzen 9-11 maggio 2024); Vinitaly China Roadshow, Shanghai, Xian, Guangzhou (2-6 settembre 2024). A ottobre, dopo il ’numero zero’ del 2023 si terrà Vinitaly Usa (Chicago 20-21 ottobre 2024). La 57esima edizione di Vinitaly si terrà, invece, a Veronafiere dal 6 al 9 aprile 2025.