Lunedì 14 Aprile 2025

Vini Centanni: Tradizione e Innovazione con la Nuova Malvasia Marvascìa

Vini Centanni presenta Marvascìa, una Malvasia in purezza, al Vinitaly. Un vino che unisce tradizione e innovazione.

La famiglia Centanni al completo durante la vendemmia nei terreni dell’azienda

La famiglia Centanni al completo durante la vendemmia nei terreni dell’azienda

Viticoltura biologica, rispetto della tradizione e capacità di innovare. Sono tre capisaldi di Vini Centanni, azienda famigliare con una storia che attraversa ormai tre generazioni. La produzione avviene in una cinquantina di ettari di vigneti nel territorio di Montefiore dell’Aso, in provincia di Ascoli Piceno, non lontano dal mare. L’anno scorso l’azienda ha avuto 13 menzioni nella guida Five Star Wines. E si presenta al Vinitaly (padiglione 7, stand B8) con una novità per la quale, ancora una volta ha attinto alla storia della famiglia e del territorio. Marvascìa, in dialetto locale, il nome del vino che non è altro che una Malvasia in purezza.

"La Malvasia nostrana ha sempre fatto parte della tradizione dei vini marchigiani – racconta Giacomo Centanni – . Mio padre e mio nonno la chiamavano proprio così, marvascìa". Era un’uva che non si usava solo per fare il vino: "Si prendeva dal filare – prosegue – e si mangiava anche cruda perché era quella che più assomigliava all’uva da tavola, dolce e aromatica. Ma è anche un vitigno delicato, un’uva che soffre molto il marciume, richiede conoscenza perché ha un periodo molto preciso in cui va raccolta".

La scelta di proporre una malvasia in purezza ha a che fare con i ricordi, ma anche con la richiesta di chi il vino lo consuma: "Abbiamo deciso di proporlo come vitigno perché potesse esprimersi in purezza. È un vino bianco non impegnativo dal punto di vista dell’alcol, profumato perché è semiaromatico, esattamente quello che richiede il mercato. Abbiamo deciso – prosegue Centanni – di utilizzare il nome in dialetto per richiamare la storicità del vitigno". Centanni ha però scelto di dare un’interpretazione personale, dal momento che ci sono 5-7 giorni di macerazione in cui il mosto è a contatto con le bucce. "Anche per questo il risultato è un vino dal colore dorato – spiega Centanni – e avvolgente. Al naso dà sensazioni di tè verde e alla pesca con note che ricordano quasi la birra Ipa. Grazie a queste qualità si abbina bene ai piatti di pesce, anche conditi e elaborati grazie alla sua aromaticità – conclude –, ma in modo non invasivo, così che si può accompagnare molto bene anche a piatti di pesce più semplici".

Patrick Colgan