Tradizione, storia e identità. Le Tenute Muròla si trovano a Urbisaglia, nel Maceratese, dove fra le colline che si perdono all’orizzonte fino a fondersi con i monti Sibillini si stendono i 60 ettari di vigneti della cantina, a un’altitudine fra i 250 e i 300 metri. E l’azienda si presenta a Verona con un vino che rappresenta pienamentante il territorio, il Colli Maceratesi Doc Ribona. "Arriviamo a Vinitaly con un grande entusiasmo, a seguito di una serie di riconoscimenti internazionali che abbiamo ottenuto di recente, tra cui il Grand Gold al Mundus Vini 2024 per Brunforte 2017 – dicono Jurek ed Edoardo Mosiewicz –. Siamo molto focalizzati sullo sviluppo dei mercati internazionali, attraverso una strategia di posizionamento e di selezione di partner che sappiano valorizzare una realtà come la nostra, ricca di storia, di valori, di tradizioni tramandate di generazione in generazione e al contempo vocata alla ricerca e all’evoluzione".
Le varietà di vino proposte sono fortemente legate alla tradizione del territorio: Pecorino, Passerina, e l’autoctono Ribòna (o Maceratino). Per la Ribòna, l’azienda ha una passione particolare, arrivando a coltivare ben 32 cloni diversi, riscoperti nei vigneti abbandonati e nelle antiche alberate dal mare fino alla montagna. E su questo è stato fatto un grande lavoro: "Grazie a una continua ricerca e sperimentazione – proseguono – siamo riusciti ad esaltare il vitigno autoctono dei colli maceratesi. La Ribona è un vino vibrante e raffinato che esprime la storia e le peculiarità del territorio,
caratterizzato dalle influenze marine dell’Adriatico che donano sapidità e forte personalità a questo vitigno. Il mercato nazionale ed internazionale sta mostrando un crescente interesse per questo cru che è ancora tutto da scoprire e che si appresta a diventare, insieme al Verdicchio, uno dei vitigni di punta delle Marche".
Tenute Muròla ha sempre fortemente creduto nella Ribona. "Negli anni, abbiamo sperimentato una coltivazione e una vinificazione che potessero esaltare le caratteristiche organolettiche dell’uvaggio di Ribona – spiegano Jurek ed Edoardo Mosiewicz –, la vendemmia tardiva, in totale controtendenza rispetto alla prassi comune, e la sperimentazione dell’affinamento in legno hanno portato alla creazione di vini sorprendenti in cui il vitigno esprime il suo massimo potenziale".
L’emblema e la più alta espressione di questo approccio è Giulia Morichelli d’Altemps, vino che prende il nome da una nobile antenata della amiglia. Dalle uve di Ribona derivano anche altre due etichette importanti: Baccius, frutto di una vendemmia tardiva e di un’uva altamente concentrata, senza però l’affinamento in botte, e Jurek, spumante Metodo Classico, affinato per 48 mesi sui lieviti. L’azienda crede fortemente nella sostenibilità e già dal 2019 si è dotata di un impianto fotovoltaico e, dal 1985, di un lago artificiale per la conservazione dell’acqua.