di Beppe
Boni
Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che credibilità ha il vino italiano all’estero?
"Il dovere istituzionale del Governo Meloni è quello di raccontare, promuovere e rendere competitiva la nostra Nazione che vanta il maggior numero di eccellenze in Europa. Il vino è il principe dell’export, protagonista di riconoscimenti internazionali e di etichette che valorizzano i territori e il “saper fare” italiano. Un calice di vino italiano racchiude storia, sapori e tradizioni. Da Nord a Sud coltiviamo una varietà di uve senza eguali, abbiamo terreni tra i più ricchi e diversificati, diamo espressione a tante realtà territoriali".
A breve sono previsti gli Stati generali del vino.
"In questi giorni, in Franciacorta e a Verona, è stata messa in calendario la prima Conferenza internazionale sul vino, organizzata dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) in occasione delle celebrazioni del centenario dalla fondazione. Un evento di straordinaria importanza. Si tratta della prima riunione a livello ministeriale dell’Oiv. E’ il confronto fra trenta nazioni sulle strategie rispetto alla produzione, alla qualità e al consumo consapevole di questo prodotto. Vinitaly è un appuntamento di primissimo livello, dove sono presenti operatori del settore prevenienti da tutto il globo. Il mondo guarda alla nostra Nazione, sinonimo di eccellenza e qualità".
Il vino è spesso sotto attacco vedi l’etichetta allarmistica dell’Irlanda, cosa fa il Ministero per difenderlo?
"Bere vino in maniera moderata non fa male alla salute. È l’eccesso che produce effetti negativi. Quella in corso è una lotta più ideologica che scientifica. La demonizzazione del vino in Irlanda è dovuta al fatto che in quella Nazione c’è un problema di abuso di alcol. Che non si risolve mettendo etichette allarmistiche sulle bottiglie ma intervenendo in maniera più attenta sull’informazione e la cultura. L’Italia attiverà tutte le forme di contrasto rispetto a un provvedimento che a nostro giudizio viola i trattati europei".
Come si possono promuovere le produzioni vinicole di nicchia, eccellenza italiana?
"La valorizzazione di vini rari e preziosi e la salvaguardia delle attività aziendali locali sono il frutto della tenacia e della passione di donne e uomini che, come Masaf, intendiamo continuare a supportare. La digitalizzazione e l’innovazione sono opportunità su cui le piccole aziende vitivinicole devono investire per farsi conoscere al grande pubblico e fare rete, anche in chiave turistica. C’è poi il capitolo promozione. Nei prossimi mesi per la promozione del vino attraverso la misura OCM metteremo a disposizione del settore oltre 90 milioni tra quota nazionale e quota regionale. È determinante continuare a puntare sulla qualità progettuale e sugli strumenti operativi, per utilizzare al meglio i fondi pubblici disponibili. Il Ministero sta lavorando per garantire maggiore speditezza alle procedure e assistenza agli operatori".
L’enoturismo è un valore?
"È uno straordinario volano economico per i territori e per le aree interne e può rappresentare un potente mezzo di diffusione della cultura del cibo. Sono sempre di più, infatti, gli italiani e gli stranieri che visitano l’Italia in base all’attrattività del settore gastronomico. È un settore distintivo per l’Italia, capace di portare i turisti alla scoperta delle aree più interne nei borghi storici. Attraverso la candidatura della Cucina Italiana a patrimonio dell’Unesco, che ho lanciato un anno fa insieme al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, vorreipromuovere tutto ciò che c’è intorno al vino italiano: l’ambiente, il turismo, le tradizioni millenarie".
Perché il settore del vino è anche cultura?
"Il vino rappresenta, la storia, la cultura, la modernità e il futuro della Nazione. Non è solo una bevanda ma è una sorgente di cultura. È protagonista dell’arte in centinaia di opere che sono custodite nei musei. Basti pensare al Bacco del Caravaggio e al Bacco fanciullo del Guido Reni che abbiamo portato lo scorso anno al Vinitaly proprio per raccontare il legame profondo tra questo prodotto e la nostra civiltà. Quest’anno saranno esposte altre opere d’arte legate alla viticultura, provenienti dai più importanti musei italiani e altre provenienti dal Museo del Vino della Fondazione Lungarotti. La nostra tradizione vitivinicola racconta cultura, storia, lavoro fatto con passione ma anche condivisione e convivialità. È una parte integrante della nostra tradizione oltre che dell’alimentazione".
Come immagina il settore italiano del vino nella prospettiva dei prossimi dieci anni?
"Il settore è in salute ma ci sono sfide da affrontare sulla competitività e sulla difesa dell’ eccellenza. Il Governo Meloni vuole dare valore al comparto puntando sul marketing, sulla promozione, sulla corretta informazione dei benefici derivanti da un consumo moderato. Nei prossimi anni il settore vitivinicolo dovrà essere sempre più competitivo, capace di cogliere le sfide che arrivano dai mercati terzi. Sarà poi fondamentale investire nell’innovazione e nella tecnologia per fronteggiare le conseguenze dei cambiamenti climatici che minacciano i vigneti. L’Italia, grazie a un emendamento parlamentare proposto dal presidente della Commissione del Senato, Luca De Carlo, sta investendo sulle tecnologie evolutive avanzate, che danno la possibilità di accelerare alcuni processi naturali e permettere di avere colture più resistenti, ridurre l’utilizzo degli agrofarmaci e garantire la qualità e l’ambiente".
Un giudizio su Vinitaly, crocevia del business di settore?
"Il vino è un gioiello per l’Italia ed è opportuno valorizzarlo attraverso eventi consolidati, come il Vinitaly, dove sono presenti sempre più buyer internazionali. La missione del Governo è quella di fare gruppo con tutte le nazioni che producono vino per presentare al mondo la sua eccellenza e i suoi valori. Dove c’è vino ci sono territori che si sviluppano, dove c’è l’attività vitivinicola crescono intere comunità".
I giovani sanno bere in modo responsabile?
"È un tema fondamentale. Un uso moderato di vino garantisce benessere. Ogni eccesso in qualunque campo fa male. È un messaggio che vale per tutti. Bisogna diffonderlo senza cedere agli estremismi. Il vino non è una bevanda alcolica, ma molto di più. Non lo diciamo solo noi ma personalità scientifiche come il professor Giorgio Calabrese. Oggi più che mai deve essere riconosciuto, oltre al valore culturale e storico, anche quello intrinseco. Sicuramente contiene alcol ma in una percentuale ridotta. Insieme al ministro Orazio Schillaci stiamo portando avanti iniziative per rafforzare l’educazione alimentare, mettendo l’accento sulla distinzione tra uso e abuso".
Quali sono le priorità dei prossimi mesi per assistere l’agricoltura italiana che lamenta scarsa redditività?
"Il Masaf è al lavoro su un decreto che va incontro ad agricoltori, allevatori e pescatori, in linea con quanto stiamo portando avanti in Europa e con le politiche del Governo Meloni a difesa della nostra produzione di qualità. Lavoreremo sul credito, sulla semplificazione, sulla garanzia dell’equità all’interno delle filiere. Il decreto sarà presentato a breve, l’ obiettivo è portare avanti un percorso di pari passo in Italia e in Europa.