
L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi Il Padiglione numero 1 dell’Emilia-Romagna si presenta in una veste completamente rinnovata
Alessio Mammi, l’Emilia-Romagna si presenta al Vinitaly con un invito: ‘Vieni via con me’. Un nuovo corso è iniziato?
"L’Emilia-Romagna– spiega l’assessore regionale all’Agricoltura – è l’unica regione che prende il nome da una strada che ci unisce tutti da Piacenza a Rimini. La nuova sfida che vogliamo vincere è raccontare i nostri vini attraverso questo percorso straordinario che nasce più di 2mila anni fa, attraversa città e borghi, ed è il nostro presente e futuro. Il vino fa parte dell’identità del nostro territorio e delle imprese: da quelli conosciuti e venduti in tutto il mondo con volumi importantissimi, alle bottiglie più di nicchia, nate dalla voglia dei piccoli produttori di sperimentare e innovare, e che si stanno affermando con successo sul mercato. Il nostro compito come istituzione è contemperare questi aspetti e tenerli insieme, perché tutti fondamentali, ed è affidato operativamente a Enoteca Regionale, un’associazione di cantine, produttori e consorzi che rappresenta il territorio".
Quali sono le novità di questa edizione, che vede la partecipazione di Massimo Bottura?
"Abbiamo voluto rinnovare con un messaggio forte e chiaro il padiglione dell’Emilia-Romagna a Vinitaly, che è una vetrina straordinaria per il vino italiano. Noi crediamo nel valore dell’eccellenza, nel fare le cose bene, insieme. I nostri vini sono prodotti di grande qualità, e c’è una tale varietà e biodiversità che possiamo davvero spingerli in un’offerta che contempli varie proposte gastronomiche. Massimo Bottura sa tenere insieme tutti questi elementi e festeggerà con noi i 30 anni di Osteria Francescana, proponendo un’offerta gastronomica nel nostro padiglione abbinata ai vini dell’Emilia-Romagna. Noi vogliamo dire: assaggiate i nostri vini, provate il nostro cibo, credete nella nostra qualità, e non rimarrete delusi".
Se dovesse scattare una fotografia del vino della nostra regione?
"Scatterei tre foto. Una per il Lambrusco: è un vino in profonda evoluzione, diversi produttori hanno dato vita a bottiglie molto interessanti. Una vera e propria rivoluzione. La seconda al Sangiovese. È un vitigno completamente riscoperto nella nostra terra, e i nostri vini oggi non hanno nulla da invidiare a rossi più famosi che si producono in territori vicini e con prezzi considerevolmente più vantaggiosi per i wine lover. La terza ai nostri bianchi, sia con le bolle sia fermi: la Malvasia, il Pignoletto, l’Albana, le meno conosciute Spergola e Rebola. Oggi stiamo vivendo una stagione interessante grazie al turismo esperenziale: le persone cercano un’esperienza, da vivere e provare. E noi possiamo regalargliene davvero tante, in questo nostro territorio che è ancora molto autentico, vero, e con prodotti enogastronomici di qualità".
Tema export: quanto pesa la situazione politica internazionale?
"Ci stiamo avvicinando a una fase complicata. La nostra è tra le 5 regioni italiane che esporta più vino negli Stati Uniti. Per noi resta centrale la promozione. Abbiamo inaugurato tre edizioni del Summer Fancy Food show a New York. Torneremo anche nel 2025, perché è importante essere presenti nel nostro principale mercato di esportazione, nella fase storica in cui si intende imporre i dazi. Tra gennaio e settembre 2024 l’Emilia-Romagna ha esportato verso gli Usa circa 725 milioni di euro di prodotti alimentari. Bisogna creare tutte le condizioni per organizzarsi, scongiurare restrizioni, essere al fianco delle imprese e dei consorzi di produttori. Saremo di nuovo in Giappone come Regione a Expo2025, per consolidare i rapporti commerciali, fare promozione e cercare di crearne di nuovi. Negli ultimi 5 anni la Regione ha investito più di 30 milioni di euro in attività di promozione nazionale e internazionale, e di supporto delle imprese e dei consorzi".
Alcuni dei territori regionali sono stati molto colpiti dall’alluvione e i cambiamenti climatici fanno ormai parte del nostro presente. La Regione come sostiene il comparto?
"In questi 5 anni abbiamo messo a disposizione per il comparto vitivinicolo circa 100 milioni di euro. Nel 2025 abbiamo in previsione l’impiego di 21 milioni di euro per il vino, attraverso investimenti per le cantine, ristrutturazione dei vigneti, promozione nazionale, europea e verso paesi extra Europa. Nei paesi interessati al nostro export bisogna andarci, portarci i prodotti, stringere le relazioni con gli importatori, conoscere il sistema di distribuzione commerciale locale e presentare loro la nostra cultura e identità vitivinicola, che riscuote sempre grande successo perché unica, vera, inimitabile. Il vino in questa fase storica è sotto attacco: dobbiamo studiare con produttori, cantine e consorzi nuove strategie di promozione e difesa e far sentire la nostra voce in Europa, per un mercato giusto, attento alla reciprocità sull’export e capace di rispondere anche sul piano della difesa fitosanitaria, senza la quale metteremmo a rischio le produzioni".