Maestria, territorialità e passione. Ma soprattutto qualità e sapori autentici. Non manca proprio niente alla Cantina Santa Barbara, fiore all’occhiello dei produttori nel Borgo Santa Barbara, nell’anconetano, che con Stefano Antonucci (nella foto in basso), vignaiolo visionario ed eclettico per eccellenza, porta avanti i gusti identitari del suo territorio, guardando sempre al futuro con innovazione. Proprio sui fianchi morbidi delle colline, i vigneti dell’azienda seguono il territorio naturale dal Comune di Barbara fino a Morro d’Alba e Cupramontana, attraversando Serra De Conti, Montecarotto e Arcevia. Ed è proprio la caratteristica delle terre, curate con impegno e passione dal team della Cantina, che rende i prodotti così unici e inconfondibili.
Prodotti che si articolo in una vasta offerta, che coinvolge l’uva a bacca bianca, nella declinazione del Verdicchio dei Castelli di Jesi, e quella a bacca rossa, che prende vita nel Montepulciano, Sangiovese, Merlot, Syrah e nel Cabernet Sauvignon.
Un vero viaggio tra uve autoctone e vini dal gusto internazionale, che hanno consentito alla Cantina Santa Barbara di vincere molti e rinomati premi, come le guide del Gambero Rosso. E per assaporare tutte queste prelibatezze, c’è il Vinitaly, dove l’azienda sarà presente.
Ma non serve una kermesse per entrare a contatto con Santa Barbara, perché la cantina offre visite e degustazioni capaci di fare immergere gli ospiti in una dimensione d’altri tempi. Per coinvolgere totalmente il visitatore nella cantina, l’azienda ha ricavato all’interno dell’antico monastero una sala degustazioni.
Qui, lo staff, in diversi pacchetti, conduce gli spettatori in un viaggio sensoriale alla scoperta sia delle uve autoctone sia dei sapori internazionali. Lo sguardo è rivolto verso il mercato nostrano ed estero, perché la metà delle 900 mila bottiglie prodotte ogni anno volano in tutto il mondo. I sapori e le fragranze del vino, infatti, arrivano in Europa, negli Stati Uniti e in Canada, raggiungendo anche l’Australia, il Messico e il Brasile. Poi, l’export si concentra anche in Giappone, Cina e Tailandia. La competitività e la fama globale della Cantina Santa Barbara dipende dalla qualità del vino, che viene prodotto e trattato con moderne attrezzature, capaci di valorizzare e preservare l’essenza dell’uva, come i serbatoi in acciaio o in cemento termocontrollati. La barricaia, invece, è collocato proprio nell’antico monastero, che dalle origini viene utilizzato per la fermentazione del vino. Un ambiente naturalmente ottimale per l’affinamento e l’invecchiamento del vino.
Marco Principini