Perugia, 4 luglio 2023 – "Una perla entra nella cassaforte della manifestazione". Così il vicedirettore de La Nazione Luigi Caroppo ha introdotto “Note d’oro. Cinquant’anni di Umbria Jazz”, il libro fotografico presentato ieri all’Hotel La Rosetta, con il quale La Nazione vuole celebrare il mezzo secolo della rassegna che si svolge a Perugia e che offre al territorio una ribalta internazionale. Il volume è stato realizzato col sostegno della Regione e il patrocinio dei Comuni di Perugia e Orvieto, e sarà dato in omaggio a chi acquisterà il quotidiano venerdì 7 luglio. E le iniziative de La Nazione non finiscono qui: oltre al libro è stata realizzata una mini serie Web tivù dedicata a UJ, che nei giorni del Festival sarà visibile su tutte le nostre piattaforme: anche in questo caso volti, ricordi, aneddoti, dove protagonisti sono la grande musica e chi, nel ‘73, ebbe l’intuizione di dare vita a quello che sarebbe diventato un evento planetario. Ottanta pagine che profumano di note e di super star. Ecco Miles Davis, Santana, Clapton, Dee Dee Bridgewater, Sting, Gil Evans, Arbore, Rava e Bollani fino a Lady Gaga, tanto per citare qualche nome. Alla presentazione della nostra iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, la governatrice Donatella Tesei, Donatella Miliani, viceresponsabile de La Nazione Umbria e curatrice del libro, Pier Paolo Ciuffi responsabile de La Nazione Umbria, Guglielmo Vezzosi, coordinatore delle iniziative speciali del nostro giornale, e ovviamente lui: Carlo Pagnotta, fondatore e direttore artistico del Festival.
"Umbria Jazz - ha proseguito Caroppo - è un sogno che si è realizzato, un evento globale una manifestazione della “meglio gioventù”". Miliani ha precisato che "raccontare 50 anni di note sotto le stelle del jazz sarebbe arduo senza l’aiuto di chi l’ha sognata, ideata e fatta nascere e crescere fino a farla diventare uno dei più celebrati festival musicali al mondo". Copione che si rinnova ogni fine dicembre da 30 anni anche ad Orvieto con l’edizione Winter. Ciuffi non ha dubbi: "Siamo qui - ha detto - a celebrare un evento monumentale e il suo fondatore, Pagnotta, monumento vivente capace di fare del Festival un marchio diventato iconico". Tesei ha ripercorso le tappe dell’evento: riannoda la bobina del tempo e plaude all’iniziativa de "La Nazione".
"Era l’estate del 1973 quando si auto convocarono a Villalago (sede del primo concerto) alcune migliaia di ragazzi per un concerto jazz, figlio del volere di alcuni giovani illuminati come Carlo Pagnotta ed Alberto Provantini. Quanto quella serata avrebbe germogliato e cambiato il volto all’Umbria, non si poteva immaginare. A quelle note ne seguirono altre e si cominciò a percepire come la manifestazione, chiamata Umbria Jazz, potesse crescere ed espandersi". Il resto è cronaca. La governatrice ha evidenziato l’effetto “moltiplicatore” del Festival sul territorio, grazie allo studio curato dall’Aur. "Si stima che Umbria Jazz generi 15,8 milioni di euro di produzione, 5,7 milioni di valore aggiunto, 6,9 milioni di Pil, 108 unità di lavoro. Se si considerano anche gli effetti prodotti nel resto d’Italia, arriva a generare 25 milioni di euro di produzione, 9,8 milioni di euro di valore aggiunto, 11 milioni di euro di Pil, 173 unità di lavoro", riassume Tesei. E quando chiediamo al patron Pagnotta come immagina i prossimi 50 anni del suo prodigio, risponde così: "Con i successi dei primi 50". Poi ricorda il contatto rocambolesco per avere Sting sul palco (il manager che aveva detto “no” e l’artista che invece si era subito mostrato entusiasta), l’attacco di panico di un Arbore che non voleva saperne di salire sullo stage e al quale lo stesso Pagnotta diede una spinta, rendendogli possibile il debutto come artista live. Altro non sveliamo: il resto le scoprirete sfogliando “Note d’oro”...