IL 2024 è stato il primo anno buono per l’olio dopo dieci anni: ottimo raccolto, anche se bassa la resa. Le altre produzioni come sono andate e cosa c’è da aspettarsi per il 2025? Lo abbiamo chiesto a Valentino Berni, presidente Cia Toscana.
Quale bilancio 2024 per l’agricoltura toscana?
"Il 2024 è stato un anno complesso. Per il settore cerealicolo, la produzione è rimasta stabile rispetto agli anni precedenti, ma i prezzi non sono aumentati come speravamo. Questo è dovuto alla forte concorrenza internazionale, che continua a mettere pressione sui nostri agricoltori".
E per quanto riguarda l’ortofrutta?
"La gestione dell’ortofrutta è sempre più complicata. I costi della manodopera sono aumentati in modo significativo, soprattutto per via degli adempimenti burocratici che le aziende devono rispettare. Questo si riflette sui prezzi finali, mettendo i nostri prodotti in difficoltà rispetto alla concorrenza estera. Alla lunga, il rischio è quello di perdere competitività e dover aumentare le importazioni, con danni non solo economici, ma anche in termini di sostenibilità".
Come sta andando il settore vitivinicolo?
"Il 2024 ha segnato un’ottima annata per il raccolto di uva, con numeri che non si vedevano da almeno cinque anni. Tuttavia, il mercato vive una fase di flessione, soprattutto per i vini rossi, che rappresentano una parte fondamentale della produzione toscana. Stiamo assistendo a un calo sia delle esportazioni che dei consumi interni. Il calo sembra legato sia alla crisi economica globale sia ad un cambiamento nei consumi, specialmente tra i giovani. Ha contribuito anche la percezione rispetto all’incremento delle sanzioni del nuovo Codice della Strada, che a dicembre, in particolare, ha accentuato la flessione dei consumi".
Priorità su cui intervenire per il 2025?
"Dobbiamo agire su più fronti. In primo luogo, è fondamentale ridurre i costi di produzione. Questo può avvenire, ad esempio, investendo su vigneti più efficienti e sulla promozione intelligente dei nostri prodotti. Un altro problema è la siccità, soprattutto nelle aree interne come la Val d’Orcia e la Maremma, dove l’acqua scarseggia sempre di più. Serve un piano strutturale per affrontare questa emergenza, con investimenti in infrastrutture per la raccolta e il riutilizzo dell’acqua".
Ci sono altre criticità da affrontare?
"Il controllo della fauna selvatica, in particolare cinghiali e lupi. Questi animali stanno creando danni enormi alle colture e rappresentano un pericolo anche per le persone. I cacciatori, che in passato erano una risorsa per la gestione del territorio, stanno diminuendo di numero e questo complica ulteriormente la situazione".