GIANPIERO Calzolari, presidente di Granarolo, qual è lo scenario macroeconomico nel quale ci muoviamo? Quali le previsioni di settore e le prospettive di mercato?
"Nonostante le situazioni avverse e di diversa natura, che si sono susseguite negli ultimi anni, nel 2024 l’economia globale ha evidenziato una buona resilienza".
Che tipo di situazioni avverse?
"Eventi climatici estremi, guerre in zone a noi prossime, innalzamento dei prezzi delle materie prime, aumento del costo del denaro e dunque riduzione dei consumi".
Ci dica di più.
"Registriamo però un calo dei consumi domestici per effetto di una scarsa capacità di spesa delle famiglie e una buona tenuta, in alcuni casi ottima performance, dell’export per l’agroindustria".
Ci sono altri nodi critici?
"I problemi naturalmente non mancano, primo fra tutti per l’Europa e per il nostro Paese, in particolare la possibilità concreta che i tanto sbandierati dazi americani promessi dal presidente Donald Trump in campagna elettorale divengano presto realtà".
Quali conseguenze potrebbero esserci?
"Ad aziende come la nostra, esposte sul fronte delle esportazioni, questo potrebbe fare male, così come la crescita del costo del denaro e dell’energia".
Nel dettaglio quali andamenti vediamo?
"Il settore dairy, soprattutto trainato dalle esportazioni, cresce leggermente e può cogliere nuove opportunità, soprattutto all’estero".
In che misura?
"Questo avverrà nella misura in cui nasceranno nuove forme di collaborazioni fra le aziende, oggi il 72% delle imprese dairy ha meno di 10 milioni di fatturato, l’aggiornamento di impianti industriali e logistica, trainato dalla digitalizzazione e orientato a una nuova sostenibilità".
Come chiuderete il 2024?
"Chiuderemo il 2024 in leggera crescita in termini di fatturato e di utile, anche se ancora non mi è possibile anticipare i dettagli".
Quali sono, invece, le previsioni per l’anno appena cominciato?
"Il 2025 invece si annuncia un anno difficile perché la scarsità di materia prima in Europa per fattori essenzialmente climatici e ambientali e un momento molto positivo del Grana Padano hanno innescato dinamiche inflattive senza precedenti della materia prima".
Come vi state muovendo?
"In questo contesto giocano un ruolo fondamentale le innovazioni produttive, tecnologiche, gestionali e sociali necessarie per promuovere nuovi modelli di produzione e consumo sempre più sostenibili, sul fronte ambientale e anche su quello sociale, nel campo, in stalla, nella trasformazione e nella distribuzione".
Quali i passi da compiere?
"Granarolo si sta confrontando con questa accelerazione, guidando un piano orientato alla digitalizzazione e all’introduzione dell’intelligenza artificiale in ogni processo".
Un passaggio fondamentale?
"Questo passaggio è funzionale alla misurazione di ogni indicatore, a un maggiore controllo e laddove possibile all’efficientamento, in chiave sostenibile a 360 gradi".
La direzione è tracciata.
"Come noto, a fine marzo 2023 è stato fatto un aumento di capitale e oggi siamo nelle condizioni di investire in indipendenza energetica, industria 5.0, un ‘Innovation Center’, nuovi prodotti funzionali, shelf-life aumentate grazie a innovazioni di processo, logistica. La società si è prefissata due obiettivi precisi".
Quali, nello specifico?
"Preservare la filiera e rafforzare il posizionamento sul mercato".
Poi?
"L’obiettivo a medio e lungo termine è quello di costruire un sistema agroalimentare sostenibile e resiliente rispetto alle crisi future, siano esse legate al cambiamento climatico, alle guerre o alle epidemie".
In che modo?
"Filiera e mercato sono asset fondamentali della nostra natura di impresa".
In cosa si traducono?
"Stiamo lavorando a una Stalla del Futuro e a una Fabbrica del Futuro in cui l’intelligenza artificiale ci consentirà di far fronte anche ai nuovi rischi cui abbiamo accennato".