Venerdì 31 Gennaio 2025

"Tante incognite e lo spettro dei dazi. Ma su Usa (e Italia) continueremo ad investire"

La crescente incertezza geopolitica ha inevitabilmente condizionato l’export nel 2024, con un venduto in volumi lievemente inferiore rispetto alle 19.521.741...

Il presidente del Consorzio Franciacorta Silvano Brescianini: nato nel 1967 a Erbusco il tris-nonno era vignaiolo e produceva vino molto tempo prima che la Franciacorta fosse riconosciuta come una delle denominazioni più importanti al mondo

Il presidente del Consorzio Franciacorta Silvano Brescianini: nato nel 1967 a Erbusco il tris-nonno era vignaiolo e produceva vino molto tempo prima che la Franciacorta fosse riconosciuta come una delle denominazioni più importanti al mondo

La crescente incertezza geopolitica ha inevitabilmente condizionato l’export nel 2024, con un venduto in volumi lievemente inferiore rispetto alle 19.521.741 bottiglie equivalenti registrate nel 2023. Ma - dato più che rassicurante - il trend dei fatturati anche nel 2024 mostra performance superiori rispetto ai volumi. Con un ulteriore incremento dei prezzi medi rispetto al 2023. E l’ennesima conferma di solidità del brand.

In questi numeri è la situazione del Franciacorta, vero gioiello enologico, turistico e culturale incastonato in riva al Garda. A ulteriore testimonianza della forza del marchio, i dati 2024 presentano tassi di crescita molto positivi se confrontati con il periodo pre-pandemico: rispetto al 2019 un più 8,9% in volumi, e più 14,6% nei prezzi medi. Se il mercato interno rappresenta l’88% del venduto, meno 1,9% sul 2023 (ma più 8,1% sul 2019), l’export vale il restante 12 per cento dei fatturati.

La Lombardia si conferma la prima regione (35,7% delle vendite in Italia), seguita dall’Emilia col 10,6%. Focus sull’estero: a livello di singole nazioni, prima la Svizzera che vale il 22,1% dell’export totale, in flessione dell’1,8% (+38,8% sul 2019). Seguono Stati Uniti (12,6%), Giappone e Germania a quota 10,8% e il Belgio (4,9%). Con il presidente del Consorzio di Tutela del Franciacorta, Silvano Brescianini, analizziamo la situazione per guardare alle prospettive di questo 2025 appena cominciato. Fin qui i numeri. Ora, l’analisi. Che spetta al presidente del Consorzio Franciacorta, Silvano Brescianini, un uomo che in cantina è cresciuto.

Presidente, un commento “a caldo“ sui dati del 2024? Più le luci o le ombre?

"Considerata l’instabilità dell’area Est Europa, la e la guerra che ha limitato i mercati non solo russo e ucraino, ma anche della Polizia e dei Paesi Baltici, considerata la Germania in recessione, e il Giappone in difficoltà tra economia a rilento e svalutazione dello Yen, possiamo dirci soddisfatti. Non esultiamo, no, ma non ci possiamo lamentare. In un quadro nel quale il mercato dello Champagne, per fare un esempio, ha registrato una flessione del 9%, cosa che non ci rende felici".

E il 2025 appena cominciato? Quali sono le prospettive per il Franciacorta?

"Tante le incognite: i conflitti, le tensioni geopolitiche, dazi di Trump che peserebbero su chi esporta nel mercato numero uno al mondo per il vino e non solo, gli Stati Uniti d’America. Non possiamo far altro che stare, fiduciosi, alla finestra".

Quali altri Paesi possono offrire ampi margini di crescita?

"Crescono Belgio e Svizzera, ma a livello macro ci sono ampie possibilità di crescita in Germania. Anche se l’economia tedesca è in difficoltà, lì abbiamo un mercato con consumatori colti, e diciamo che al momento in quel Paese siamo distribuiti in un modo perfettibile".

Dove investirete per spingere ancor più la vostra immagine?

"Nuovi investimenti sono previsti in Giappone e negli Stati Uniti, con la recente collaborazione nelle presentazioni delle Guide Michelin dedicate agli Usa, dove gli eventi e le possibilità di crescita sono parecchie. E continueremo a investire, come abbiamo sempre fatto e sempre faremo, sul mercato principale che è “casa nostra“, l’Italia".

Il prezzo medio di una bottiglia di Franciacorta allo scaffale, Iva inclusa, a fine settembre 2024 è di 24,52 euro. C’è ancora margine per crescere? Quanto?

"Premetto che chi fa il vino lavora sotto al cielo e le stelle, c’è sempre l’incognita della vendemmia, dell’annata produttiva che varia di anno in anno. Detto questo, c’è margine di aumento in situazioni speciali: riserve, etichette, assemblaggi particolari. E quindi la possibilità che il prezzo medio di una bottiglia si alzi".

E il fronte dell’enoturismo sta dando soddisfazioni?

"In dieci anni, in questo settore, è cambiato il mondo. Siamo partiti da “Cantine aperte“ e ora, e sempre più in futuro, si va verso un’esperienza completa legata al vino e non solo. Aumenterà anche la richiesta per esperienze che abbinino il vino d’eccellenza a cibo di alta qualità. Il nostro meraviglioso territorio, in questo, non teme confronti".