CON LO ’Studio di posizionamento e orientamento strategico’, elaborato nel corso del 2023, Confindustria La Spezia ha fornito il proprio contributo individuando le traiettorie di sviluppo per i prossimi dieci anni: ne è emerso un quadro di potenziali opportunità di crescita che porterebbero ad incrementare il Pil provinciale di oltre due volte di quello attuale. La conferma arriva dal presidente dell’associazione, Mario Gerini (nella foto).
Quali sono le filiere sulle quali puntare?
"Lo sviluppo della filiera della difesa, della nautica e del turismo, gli investimenti in ambito portuale, la definizione della Zona logistica semplificata, la possibilità di riutilizzo di aree dismesse rappresentano un’occasione storica per il nostro territorio. Ovviamente oltre alle opportunità ci sono anche le criticità..."
Quali, in particolare?
"È indispensabile intervenire sulla dotazione infrastrutturale in termini di sistema di viabilità etrasporto su gomma e su rotaia. Il sistema viario provinciale in considerazione della sua vetustà necessita di un ammodernamento che garantisca il collegamento della città capoluogo, del porto della Spezia e più in generale della comunità sociale al resto del territorio provinciale, anche nel caso di interruzioni parziali o totali del raccordo La Spezia - Santo Stefano. Collegamento che deve essere il più possibile efficiente e adeguato alle mutate esigenze economiche e sociali".
Come procedere per ottenere il risultato?
"Per quanto ci riguarda il punto di partenza è lo studio intitolato ’Valutazione dei progetti infrastrutturali nella provincia della Spezia’, commissionato da Ance e Adsp del Mar Ligure Orientale e presentato lo scorso dicembre. È necessario l’inserimento delle proposte in esso contenute nella programmazione regionale relativa alle infrastrutture, passaggio amministrativo fondamentale per l’ottenimento dei finanziamenti pubblici necessari. Come è indispensabile riportare alla discussione politica l’ultimazione della Pontremolese. Il raddoppio della linea, come ampiamente noto, consentirebbe di mettere in relazione l’arco tirrenico con il proprio retroterra naturale, ossia l’area fortemente vocata all’internazionalizzazione situata fra Emilia Romagna e Veneto, senza dimenticare l’indispensabile ruolo di connessione con il corridoio Scan-Med, l’Austria e il mercato mitteleuropeo. Invitiamo i decisori pubblici a non abbandonare l’idea e a fare quanto necessario per ottenere in tempi rapidi il finanziamento dell’opera completa, compresa la significativa e costosa galleria di valico. In attesa dei finanziamenti, sarebbe auspicabile attuare i necessari interventi di razionalizzazione e miglioramento della tratta. Confindustria è disponibile a collaborare".