PRESIDENTE, un bilancio del 2024, anno complesso che si è da poco concluso?
"E’ stato un anno intenso culminato con il riconoscimento da parte del Consiglio Regionale della Toscana per il ruolo di assoluta protagonista della nostra Coldiretti lungo gli 80 anni dalla sua fondazione" rivendica Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana. Per dieci anni alla guida del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano, numero due di Coldiretti Siena e al timone di Vigneto Toscana, la neo associazione dei viticoltori nata in seno a Coldiretti. "Un anno che ci ha visto protagonisti nelle campagne come nelle piazze e nei palazzi, in Italia ed in Europa, con una serie di manifestazioni storiche a tutela del reddito dei nostri agricoltori e della salute dei cittadini: il blitz al valico del Brennero per smascherare il falso Made in Italy, la protesta a Bruxelles, il sit-in a Firenze di 4 mila agricoltori per chiedere misure urgenti per difendere le imprese dai danni di una fauna selvatica ormai fuori controllo.
Il baricentro si è spostato in Europa: cosa avete ottenuto con le mobilitazioni?
"L’innalzamento del ‘de minimis’ da 25 a 50mila euro, una Pac più semplificata e la cancellazione della follia del 4% obbligatoria che è stata sostituita con la rotazione, la cancellazione della proposta del regolamento contro i fitofarmaci che rischiavano di ridurre del 30% la produzione agricola comunitaria costringendoci ad importare ancora di più, la moratoria dei debiti, per cui abbiamo chiesto la proroga anche per il 2025, l’impegno dell’Unione Europea a rafforzare le leggi a difesa degli agricoltori attraverso l’applicazione delle pratiche sleali".
Il ciclo delle stagioni appare sempre più scompensato dai cambiamenti climatici: la ricetta di Coldiretti per correre ai ripari a tutela delle aziende agricole?
"Le aziende agricole sono le attività più vulnerabili: i cambiamenti climatici impattano sulle produzioni e sui conti rappresentando una seria minaccia per la nostra sicurezza alimentare. Non c’è una ricetta, è più un mix di soluzioni e strumenti che dobbiamo applicare: innovazione tecnologica e digitale, quindi agricoltura di precisione con droni, sensori, Gps, intelligenza artificiale, ricerca applicata e sviluppo delle tecnologie per l’evoluzione assistita che nulla hanno a che vedere con gli OGM, migliore gestione delle risorse idriche e del suolo considerando che il 95% della produzione alimentare dipende dalla nostra terra ma anche recupero e selezione delle colture locali più resilienti ed adatta alle nuove condizioni".
Piano faunistico-venatorio: un iter lungo, a cui Coldiretti collabora fattivamente con la Regione Toscana. Serve accelerare perché?
"Perché il tema della fauna selvatica, così come delle predazioni, è cruciale per la sopravvivenza delle nostre imprese. Cinghiali e lupi sono una delle principali cause della chiusura delle aziende soprattutto nelle aree rurali compartecipando allo spopolamento di borghi e paesi. Per riportare in equilibrio, e vita nelle aree rurali, l’agricoltura deve essere al centro. Serve cambiare approccio. Questa è la nostra proposta: le aree coltivate devono essere considerate incompatibili con la presenza non gestita della fauna selvatica".
Export e Dop Economy: prospettive per il 2025?
"Il 2024 sarà, probabilmente, un anno record per il nostro export agroalimentare grazie anche al valore aggiunto dei nostri 90 prodotti Dop e IGP che confermano la Toscana al primo posto in Italia per numero di produzioni certificate. Ma questi primati vanno tutelati dalle minacce che arrivano da accordi come il Mercosur che spalancano le porte del mercato comunitario a prodotti concorrenti realizzati con regole e standard qualitativi e di sicurezza molto diversi dai nostri impiegando anche fitofarmaci vietati in UE e da un sistema, quello del codice doganale, che va modificato, perché concede troppo facilmente il passaporto italiano ai prodotti importati a cui basta una minima lavorazione nel nostro paese per diventare tricolore. La concorrenza deve essere sulla qualità, non sui costi. Il 2025 ci vedrà impegnati per raggiungere l’obiettivo del 1 milione di firme per chiedere l’etichetta di origine per tutti i prodotti alimentari commercializzati in Europa".