DA UN LATO il turismo che cresce, dall’altro il commercio che fatica. È un 2024 a due velocità quello tratteggiato da Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana.
Che anno è stato quello appena finito?
"A due velocità. Abbiamo avuto il turismo che, pur non registrando i record di anni passati, è cresciuto molto. Sono andati bene i ponti di primavera e l’estate. C’è una ripresa dei viaggiatori a stretto raggio, soprattutto italiani ed europei, con grande attenzione ai costi. Bene i nuovi turismi, come quelli legati al wedding o ai cammini. Soffre il commercio".
Quali sono state le difficoltà?
"Il potere d’acquisto e la capacità di spesa si sono ridotte, l’inflazione morde, il costo della spesa quotidiana è salito e ha compresso moltissimo moda, ristoranti e acquisti in genere. Lo abbiamo visto con la fine dell’anno: le vendite natalizie non sono andate male, ma hanno registrato un rallentamento indicativo di come sarà il 2025".
Avete registrato qualche peculiarità?
"In tutti i luoghi della Toscana in cui c’è stata presenza turistica diffusa e vengono organizzati eventi, il commercio tiene meglio. Dove manca questa capacità invece soffre, soprattutto nei piccoli centri. In pratica il turismo fa da traino al commercio anche quando il cliente è toscano: ad esempio, si va da Pisa a Lucca per un evento e si fanno acquisti. Altro elemento cruciale è la sicurezza cittadina".
Ci sono settori che hanno retto meglio?
"In base a un nostro recente studio sulle città, negli ultimi dieci anni ha chiuso il 30% dei negozi per l’infanzia e il 25% di quelli di intimo e accessori. Sono invece aumentate le rivendite di tabacchi che offrono servizi aggiuntivi e, nelle città minori, si ha il ritorno dei piccoli supermercati. Un altro aspetto da monitorare è lo spopolamento, anche commerciale, dei centri sotto i 5mila abitanti: ogni anno cresce del 10% chi non riesce a trovare in un breve raggio prodotti alimentari, pane fresco e frutta".
Ricette per il futuro?
"Se una città è sicura, vivibile, pulita e attrattiva per i turisti, anche il commercio funziona e viceversa. Per questo è cruciale il rapporto con i Comuni, che stiamo rafforzando. Al Governo abbiamo chiesto di far atterrare la legge sulle Pmi e che la ‘global minimum tax’ sulle grandi compagnie preveda un 1% aggiuntivo da usare per la rigenerazione urbana. Infine, dopo che la Commissione europea ha istituito la “capitale europea del commercio di prossimità” abbiamo chiesto che l’Italia sia la prima a ospitarla".