"L’INCREMENTO dei costi energetici e delle materie prime e il conseguente aumento del costo del denaro hanno messo a dura prova la resistenza e la competitività delle piccole imprese marchigiane". A dirlo è Gilberto Gasparoni, segretario di Confartigianato. L’associazione conta su oltre 22mila soci attivi tra artigiani, commercianti e piccole imprese, oltre a 24mila anziani e pensionati. Gasparoni, che 2025 si aspetta per le aziende marchigiane e per i vostri associati?
"Le nostre aziende temono una nuova impennata dei costi di produzione. Le difficoltà che vediamo su scala globale penalizzano principalmente la manifattura e l’export. Appaiono incerti gli spazi di recupero per i settori chiave del made in Italy, come moda, meccanica e legno arredo. Nelle Marche, sono 14.332 le micro e piccole imprese manifatturiere, il 97,1% del totale, e contano circa 87mila addetti. Il comparto manifatturiero rappresenta l’11,4% dell’economia regionale, circa cinque punti in più della media italiana (7,8%). Siamo abituati a essere ottimisti e propositivi, ma le prospettive dell’economia per il 2025 sono in bilico tra ripresa e crisi globali. Quindi, sono necessarie risposte tempestive anticrisi, come servono norme ad hoc, ad esempio la decontribuzione del costo del personale, come avviene nelle regioni del sud Italia". L’anno è iniziato con il caro bollette. Le piccole e medie imprese quanto ne risentiranno?
"Gli investimenti hanno risentito negativamente del persistente clima di incertezza. Per le Pmi delle Marche si registra un calo dei prestiti pari al 9,9% in un anno, a fronte del 6,5% del totale delle imprese. Occorre restituire fiducia. Ai rischi di un aumento del costo dell’energia per famiglie e attività produttive si somma un cronico squilibrio nella distribuzione del carico fiscale e parafiscale sull’elettricità che penalizza le Pmi, nelle cui bollette il peso di oneri generali di sistema è 15,8 volte superiore a quello delle grandi aziende. Un’incomprensibile e ingiustificata disparità di trattamento, che finisce per compromettere la competitività". Quali sono le principali esigenze manifestate dai vostri associati?
"Confartigianato è l’associazione di categoria più rappresentativa della regione e l’unica ad avere due associazioni interprovinciali: a nord, Ancona e Pesaro-Urbino, a sud Macerata-Ascoli-Fermo. Il nostro ruolo ci chiama dunque a rappresentare l’impegno, la forza e la determinazione di questa comunità di persone del fare, di imprenditori che fanno crescere ogni giorno la regione. I temi per noi prioritari sono lo sviluppo socio-economico, il lavoro, l’innovazione e l’internazionalizzazione".
La Regione ha promosso diversi bandi, ma in alcuni casi i fondi non bastano a coprire tutte le domande. Che cosa si può fare di più?
"Occorrono bandi specifici, dedicati al settore delle micro e piccole imprese, tarati sulle loro esigenze, caratteristiche e potenzialità, improntati alla massima semplificazione in termini di procedure di accesso, rendicontazione e liquidazione di contributi. Abbiamo già chiesto alla Regione nuove risorse per scorrere ulteriormente la graduatoria del bando Por Fesr 2021-2027 dell’artigianato, che ha finanziato solo 104 domande delle 662 ammissibili. Mancano 58 milioni per finanziare tutte le domande ammesse. Il bando sull’artigianato pertanto deve essere maggiormente finanziato. Sono progetti freschi, innovativi, utili, che andrebbero a cambiare il modo di lavorare di tante imprese". Molto spesso mancano le figure artigianali, il famoso problema della manodopera.
"Un problema strutturale che è dato dalla carenza demografica, dall’invecchiamento della popolazione e dall’inadeguato adattamento dei programmi di istruzione alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Il 55,6% degli addetti nelle Marche è difficile da trovare. Quasi il 40% delle richieste è per operai specializzati, il 29% per impiegati, professioni commerciali e nei servizi. Quasi il 30% delle richieste arriva da imprese fino a nove addetti, il 38% da imprese tra dieci e 49 addetti. Occorre investire di più in istruzione, formazione professionale e apprendistato, promuovendo l’alternanza scuola-lavoro. E occorre incentivare la trasmissione d’impresa, con strumenti ad hoc come il credito di imposta per i giovani che vogliono rilevare l’azienda di famiglia, subentrare in un’impresa già avviata o creare una propria attività. Così si protegge il patrimonio di saper fare dell’artigianato".