MILANO
"Le sfide da affrontare per i prossimi anni sono tante, ma l’imperativo morale deve essere quello di ridurre i decessi e gli infortuni sul lavoro. Questo deve essere l’obiettivo primario, che purtroppo finora non è stato raggiunto". Un messaggio lanciato da Ugo Duci, segretario generale della Cisl Lombardia che a febbraio, dopo due mandati, passerà il testimone.
Qual è il suo bilancio dopo otto anni alla guida della Cisl in Lombardia?
"Servire le lavoratrici e i lavoratori è stato un grande privilegio, e lo sarà anche in futuro nei nuovi incarichi che andrò a ricoprire. Faccio parte della segreteria regionale della Cisl dal 2008, e dal 2017 sono segretario generale. Sono stati anni intensi e impegnativi, segnati da tanti cambiamenti ed evoluzioni dell’economia, che hanno visto anche peggiorare le condizioni di alcune fasce della popolazione".
Sono stati anni segnati dalla pandemia, che ha avuto forti ripercussioni anche sul mondo del lavoro. Qual è il suo ricordo di quel periodo?
"Non potrò mai dimenticare, e lo dico anche da bergamasco, il dramma del 2020. Ci siamo trovati a dover prendere responsabilmente delle decisioni difficili di fronte a chi, quando si dibatteva sulle chiusure, voleva mettere il prosieguo delle attività economiche prima di tutto il resto. Pur consapevoli dell’importanza dell’economia e del lavoro, abbiamo preteso che fosse data la priorità alla sicurezza e alla salute delle persone. In una inedita situazione di emergenza, il sindacato confederale ci ha visto giusto".
Ha qualche rimpianto dopo questi otto anni?
"La più grande sofferenza, e mi prendo anche le mie responsabilità, è quella di non essere riusciti a far calare il numero di morti sul lavoro con misure efficaci. Trovo incredibile, e l’ho detto più volte anche durante gli incontri in Regione e i tavoli istituzionali, il fatto che su un obiettivo che vede tutti d’accordo non si sia riusciti a incidere in maniera significativa. Ridurre il numero di morti e feriti sul lavoro deve essere l’imperativo morale per i prossimi anni".
C’è una misura, tra le tante proposte, che secondo lei potrebbe essere efficace per invertire la tendenza?
"Quello della salute e della sicurezza sul lavoro è un tema culturale, e per creare una cultura non bastano sei mesi ma bisogna seminare oggi per i