
Hanno sfidato il maltempo, le epidemie e i negoziati ai tavoli istituzionali. Il 2024 è stato un anno di battaglie...
Hanno sfidato il maltempo, le epidemie e i negoziati ai tavoli istituzionali. Il 2024 è stato un anno di battaglie e resilienza per gli agricoltori e gli allevatori lombardi, un anno difficile che li ha visti però rafforzarsi sia in Italia sia all’estero. Ora si stanno preparando all’anno appena iniziato.
Gianfranco Comincioli, presidente di Coldiretti Lombardia, qual è il bilancio dell’anno appena trascorso?
"Il bilancio del 2024 presenta chiari e scuri".
Partiamo dagli scuri.
"In primavera e in autunno abbiamo avuto piogge molto abbondanti, con un aumento del 47% rispetto alla media annuale in Lombardia e picchi ancora più elevati in alcune zone. In estate, invece, ci siamo trovati ad affrontare siccità alternata a fenomeni estremi, come trombe d’aria, che hanno danneggiato non solo le colture ma anche le strutture agricole".
Quali colture hanno sofferto di più?
"Questi fenomeni hanno impattato sia sulla qualità sia sulla quantità dei raccolti, in particolare per uve, riso e altre varietà tardive. Però la Lombardia è una regione molto diversificata, quindi fare una media uniforme è difficile".
È stato anche l’anno della peste suina africana…
"Quest’anno abbiamo affrontato gravi emergenze sanitarie: oltre alla peste suina africana, ci sono state anche l’influenza aviaria e la blue tongue. Queste malattie hanno costretto all’abbattimento di migliaia di animali, colpendo duramente molte aziende. Le restrizioni necessarie per contenere le epidemie sono state fondamentali, ma hanno comportato costi elevati. È essenziale che, oltre agli stanziamenti per i danni diretti, vengano allocate ulteriori risorse. E non solo".
Che altro?
"È urgente rafforzare la biosicurezza per proteggere gli animali, implementando strategie mirate come il contenimento della fauna selvatica. Solo così possiamo prevenire nuovi focolai".
E i chiari?
"La Lombardia è leader in molti settori: il 50% della produzione di latte italiano proviene da qui, insieme a eccellenze come Grana Padano, Parmigiano Reggiano e prosciutti dop. Abbiamo una produzione agricola ricchissima che spazia dall’olivicoltura alla viticoltura, dalla risicoltura alla filiera del pomodoro. Nonostante le difficoltà, continuiamo a crescere, mantenendo alti livelli produttivi e qualitativi. Anche il turismo rurale gioca un ruolo fondamentale, con oltre 1.700 agriturismi, esperienze dirette a contatto con la natura e nuove proposte, come l’enoturismo e l’oliturismo, che stanno prendendo sempre più piede. Inoltre il florovivaismo è in crescita, contribuendo alla manutenzione del verde pubblico e privato".
Quali sono le prospettive per il 2025?
"Il 2025 sarà pieno di sfide. Dobbiamo affrontare temi come l’adeguamento della politica agricola comune, erosa dall’inflazione per 80 miliardi di euro. Servirà un adeguato stanziamento di risorse per sostenere il settore. Centrale sarà anche la gestione dell’acqua: il cambiamento climatico ha già mostrato i suoi effetti devastanti, dalla siccità al Sud agli eccessi di piogge al Nord. Infine, dovremo puntare su tecnologie avanzate come le tecniche di evoluzione assistita, diverse dagli ogm, per rendere le colture più resilienti".
Che ruolo avrà Coldiretti in queste sfide?
"Il nostro obiettivo principale è garantire redditi equi agli agricoltori, evitando l’abbandono delle attività, soprattutto da parte dei giovani. Continueremo a lavorare per la trasparenza nell’etichettatura e la difesa dell’origine delle materie prime con la nostra raccolta firme per la proposta di legge europea. Contrasteremo invece sistemi ingannevoli come il “nutri-score“, che favoriscono prodotti ultra-processati e ignorano la tradizione mediterranea. Coldiretti lavora ogni giorno con istituzioni europee, nazionali e locali per rappresentare gli agricoltori, offrendo supporto e soluzioni concrete".
Guerre, dazi e Mercosur: che impatto avranno in Lombardia?
"I dazi di cui si parla rischiano di penalizzare prodotti come formaggi, prosciutti e vino, ed è per questo che devono essere scongiurati, ma aspettiamo di vedere come si evolverà la situazione. Oltre alla crisi geopolitica, siamo preoccupati per l’accordo Mercosur: non siamo contrari agli scambi commerciali, ma è fondamentale rispettare il principio di reciprocità per proteggere il nostro territorio".
Federico Dedori