Venerdì 31 Gennaio 2025
CRISTINA DEGLIESPOSTI
Top Aziende

Il 2025 di Cna: "Più formazione imprenditoriale e aprire corridoi internazionali"

SBUROCRATIZZAZIONE e diminuzione del costo del denaro. Aiuti a sostenere tutte le transizioni, dal green al digitale. E ancora, una...

AL TIMONE Paolo Cavini, presidente Cna Emilia-Romagna. L’associazione sta promuovendo un progetto per la formazione di tecnici specializzati diplomati al Cairo da inserire nel tessuto produttivo regionale

AL TIMONE Paolo Cavini, presidente Cna Emilia-Romagna. L’associazione sta promuovendo un progetto per la formazione di tecnici specializzati diplomati al Cairo da inserire nel tessuto produttivo regionale

SBUROCRATIZZAZIONE e diminuzione del costo del denaro. Aiuti a sostenere tutte le transizioni, dal green al digitale. E ancora, una legge urbanistica e un piano casa che rendano attrattiva una regione in cui il ricambio generazionale alla guida delle piccole imprese artigiane sta diventando un problema imminente, così come la ricerca di personale formato per i nuovi profili lavorativi richiesti. Ha i contorni di un vero banco di prova questo 2025 che, secondo Paolo Cavini, presidente Cna Emilia-Romagna sarà decisivo per gettare solide basi per il futuro della regione.

Presidente, partiamo dalla coda, questo ricambio generazionale che si è, per la prima volta, inceppato. Qual è il quadro?

"Oggi almeno il 10% delle Pmi è guidata da over 65, situazioni in cui il passaggio generazionale o la trasmissione d’impresa è per forza di cose imminente. Le acquisizioni di Pmi da parte di grandi realtà sono complicate, perché manca la platea interessata; la trasmissione di padre in figlio è ormai residuale in termini numerici, così come i dipendenti che subentrano alla guida delle aziende in cui lavorano, perché spesso mancano le abilità e le competenze manageriali necessarie a fare il grande salto. Si ragiona spesso per compravendite, ma qui entrano in gioco delle necessarie semplificazioni fiscali e normativi per agevolarle. E sul fronte economico, il cambio di governance non viene solitamente ben visto dalle banche: occorre trovare il modo per cui la storia di un’impresa venga considerata nel suo insieme, senza cambio di rating al variare della classe imprenditoriale".

Come superare lo stallo?

"Prima di tutto dobbiamo mappare le Pmi per sostenerle all’avvicinarci di questo passaggio generazionale, per non perdere realtà e competenze per strada. Poi lavorare ancor di più sull’orientamento scolastico, spiegare alle famiglie che oggi le imprese artigiane non sono più le officine di 40 anni fa, ma sempre più realtà che operano in servizi ad alta tecnologia nelle quali all’amministratore si richiedono competenze poi spendibili anche nelle multinazionali. E, dove necessario, aprire corridoi professionali dall’estero, abbinati a un piano casa o nuovi strumenti urbanistici perché l’alloggio possa essere acquistato a prezzi ragionevoli o affittato. Su questo la Regione può fare molto e anche noi, come Cna, siamo promotori a livello nazionale di un grande progetto per l’arrivo di lavoratori dall’Egitto".

In cosa consiste?

"Grazie all’Istituto Salesiano del Cairo diplomiamo tecnici e manutentori, soprattutto per impiantistica come il fotovoltaico e la manifattura che poi arrivano in Italia in nostre aziende socie che hanno seguito come tutor gli studenti nell’ultima fase della formazione, come in una sorta di avviamento. Si tratta di giovani che parlano, quindi, italiano e che saranno cittadini perfettamente integrati, in un processo che valorizza la legalità dall’inizio alla fine".

Qual è l’approccio degli associati all’anno appena iniziato?

"Dai sondaggi il 40% degli imprenditori vede il 2025 in salita, c’è pessimismo. Il problema del costo dell’energia impatta moltissimo e, sul commercio, l’impegno di spesa delle famiglie per l’inflazione è importante. Con il costo del denaro ancora a questi livelli gli investimenti nelle transizioni sono a rischio".

Spieghi.

"Alla transizione 4.0 hanno partecipato molte imprese, ma per la 5.0 servono molte risorse in più e meno burocrazia di quella vista fino a oggi. Una cosa però è certa: non possiamo subire le transizioni, vanno governate perché c’è comunque molto interesse. Ad esempio in agricoltura c’è interesse sull’applicazione dell’intelligenza artificiale, così come nella manifattura per ridurre i costi e mappare gli impianti".

Cosa può fare su questo la Regione?

"Politiche di sviluppo economico e supporto. Anche la grande industria ha bisogno delle nostre grandi competenze: i grandi player sono qui, in Emilia-Romagna, per la moltitudine di competenze e la flessibilità che possono offrire le nostre Pmi. Servono interventi sul costo del denaro più veloci".