Quarant’anni fa.
Imola 1984.
Sul momento, pochi ci fecero caso.
Un ancora sconosciuto pilota brasiliano, un certo Ayrton Senna, è al debutto sul circuito del Gran Premio di San Marino.
Guida una monoposto chiamata Toleman.
Risultato: mancata qualificazione!
Un evento irripetibile.
Nel 1984, dicevo, Senna era al debutto in Formula Uno. Si era assicurato il volante di un piccolo team: Ted Toleman, un re dei motoscafi, stava sperimentando l’avventura nei Gran Premi e aveva ingaggiato il giovane brasiliano.
Ebbene, “il giovane brasiliano”, a Imola nel 1984, fallì l’esame. Non riuscì a superare le qualifiche. All’epoca erano tante le macchine iscritte alla corsa, ma solo 26 piloti venivano ammessi al via. Ayrton non fu tra quei 26.
A pensarci oggi, è incredibile. Il driver più veloce di tutti i tempi, il re delle pole position fin quando fu in vita, bocciato su una delle piste che amava di più!
Senna accolse quella eliminazione, l’unica in carriera, alla stregua di un oltraggio. Era stato insultato nell’amor proprio.
Ferito nell’orgoglio, ebbe una reazione che qui non esiterò a definire stupefacente. Dal 1985 al 1991, ininterrottamente, fu sempre il più veloce nel sabato di Imola. Con la Lotus tre volte, con la McLaren quattro volte.
Era come se si fosse creata una simbiosi tra lui e la Tosa, tra lui e la Rivazza, tra lui e la curva delle Acque Minerali. Ogni centimetro di asfalto, Senna lo conosceva. A memoria.
Per la prima vittoria, però, dovette aspettare il 1988. Il sovrano si era impossessato della corona e non era disposto a lasciarsela portare via.
Nel 1989 concesse il bis, avviando la storica, astiosa rivalità con il compagno di squadra Prost, che giustificò la sconfitta accusando Ayrton di non avere rispettato misteriosi patti segreti.
Senna vinse per la terza e ultima volta a Imola nel 1991. La gente del posto lo adorava, i tifosi lo imploravano di venire in Ferrari e lui rispondeva sempre con quel sorriso sghembo, vagamente malinconico: "Un giorno, sicuro".
Venne poi il terribile 1994. Dopo due anni di pausa, al sabato Ayrton si riprese la pole di Imola. Di nuovo in testa, sempre davanti. Fino all’ultimo metro.
Fino al muro del Tamburello.