Il bis è già confezionato. Ed lì, dietro l’angolo. Appena un weekend di riposo, il prossimo, e la settimana successiva i riflettori della MotoGp torneranno a illuminare Misano.
Bella storia quella del "Marco Simoncelli" con un autentico blitz di mezza estate – dopo che Dorna ha deciso di resettare la tappa del Mondiale, in Kazakistan –, quando ha colto al volo di concedersi un Misano-bis. Una doppia tappa già messa sul conto della stagione del Covid e tornata di nuovo in calendario in questo 2024 tutto da vivere. Misano, insomma, ha raddoppiato, quasi a voler lanciare messaggi sul futuro. Il futuro di una MotoGp che potrebbe essere destinato a variazioni, cambiamenti, mutazioni dopo che Liberty, ha deciso di abbracciare il circo e il mondo delle due ruote e di metterlo accanto a quello della Formula Uno.
Essere lì, pronti a raccogliere l’occasione di un secondo Gp stagionale, di una seconda tappa di un Mondiale che sta regalando sensazioni incredibili, da’ alla gestione e alla vita del circuito romagnolo una forza contrattuale importante. E preziosa. Raddoppiare la presenza nel 2024, infatti, non significa soltanto portarsi a casa il circo bello, rumoroso e spettacolare, dei duelli fra Bagnaia e Marquez, o un’altra raffica di quelle staccate da brividi di Martin e Bastianini. Raddoppiare Gp nel bel mezzo di questa stagione, vale assolutamente qualcosa di più per una pista dove l’estate, grazie anche ai maxi raduni di Aprilia e Ducati, è diventata l’habitat naturale del mondo delle due ruote.
Due weekend di gare, entrambi a settembre, sulla pista romagnola hanno un valore assoluto su cui anche Dorna e Liberty avranno modo di riflettere in direzione del futuro. L’occasione del raddoppio è in qualche modo un qualcosa che si spinge assolutamente oltre il semplice concetto di evento sportivo (e che evento), ma può e deve apparire uno spunto decisivo per chi dovrà decidere i prossimi calendari e non vuole avere più sorprese (in negativo) come furono Cina, Finlandia, Kazakistan e India.
La MotoGp non può e non deve permettersi di sbagliare. E Misano c’è. Non una, ma due volte.