
Kimi Raikkonen con Felipe Massa e un giovanissimo Lewis Hamilton nel 2008
Chissà, magari il ricordo è di buon auspicio per Lewis Hamilton, il nuovo idolo di milioni di ferraristi. Ecco qua: marzo 2007, Melbourne, Australia. Sulla Rossa debutta il finlandese Kimi Raikkonen. Vince subito (e in quella gara con la McLaren il debuttante assoluto Hamilton sale sul podio). A fine stagione, KR7 si laureerà campione del mondo, proprio a spese di Lewis. Da allora, Kimi il finnico è diventato icona. Purtroppo anche perché, da allora, il Cavallino non ha più toccato palla.
Eh, Raikkonen! Ho talvolta tentato di raccontare come sia nata fra noi una simpatia reciproca. Fatta soprattutto di silenzi. Per mestiere e forse anche per indole, io sono un tipo affetto da logorrea. Deve essere per una sorta di legge del contrappasso che apprezzo istintivamente chi sa misurare le parole. Del resto, il mondo è pieno di babbei che le parole proprio non le sanno usare, in ogni contesto. Con Kimi ogni tanto ci scambiamo messaggi. Lui sa che io so e buonanotte, per noi è sufficiente. Una delle cose più divertenti che ho realizzato nel corso di una immeritata carriera è una conversazione via Zoom (eravamo in piena seconda ondata Covid) con lui per promuovere l’edizione italiana della sua biografia. Ad un certo punto, riuscii a farlo ridere. Mission impossible, per un giornalista!
Dirò un’altra cosa. Nonostante l’apparente distacco, raramente ho conosciuto un pilota così legato alla Ferrari. Sarà per il ricordo di quel giorno ad Interlagos 2007, quando vinse il titolo. Sarà perché a Maranello volle tornarci con tutte le sue forze nel 2014, richiamato dagli stessi che lo avevano mandato via, sbagliando, a fine 2009. Sarà perché quando sei vero dentro capisci le differenze e non è mai una mera questione di soldi. E Kimi è una persona autentica. Del driver direi banalità. Certamente avrebbe potuto vincere di più e certamente il rimpianto mio e suo è datato 2008.
Può darsi, come sostiene qualcuno, che il Raikkonen più forte sia stato quello degli anni McLaren. Ma alla Ferrari ha dato tanto, compresi (vedi caso, eh) gli ultimi tre titoli iridati, costruttori compresi, fra 2007 e 2008. Non sono mai riuscito a farmi spiegare come riuscì a vincere a Spa nel 2009 con una carriola dipinta di Rosso: ci sono grandi campioni che sulle Ardenne hanno vinto solo a briscola, eh.
Kimi è tornato a vivere in Italia, dalle parti di Como. Non gli dispiacerebbe un futuro da campione per il figlio Robin, che dicono sia una promessa del volante. "Sbrigatevi a vincere questo benedetto mondiale, mi sto stufando di sentirmi dire che sono l’ultimo iridato con la Ferrari" (Kimi Raikkonen ai dipendenti del reparto corse, cena di Natale 2018).
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