Sabato 15 Marzo 2025
MARCO GALVANI
Sport

Gioele Dix: la mia passione per le auto e la magia della Formula 1

Gioele Dix racconta la sua passione per le auto e la Formula 1, tra ricordi d'infanzia e spettacoli teatrali.

L’attore e regista milanese Gioele Dix

L’attore e regista milanese Gioele Dix

"Mio nonno era uno che seguiva la Mille Miglia, mi parlava di Ascari e Nuvolari. E poi avevo una cuginetta che adorava, non so perché, Emerson Fittipaldi con i suoi basettoni. Anche io seguivo le gare, soprattutto di Lauda e Senna. Quella sì che era una bella Formula 1, ruspante. Dove contava molto di più il pilota". Adesso, invece, "ci sono un po’ troppe regole che, a volte, spengono un po’ lo spettacolo". Gioele Dix, attore, comico, drammaturgo e regista milanese, confessa che "la passione per le macchine è incrollabile fin da quando ero bambino". Anche "mio padre amava moltissimo le auto, quelle costose. Giovane avvocato – ricorda –, un pomeriggio di primavera arrivò a casa prima del solito. Disse a tutta la famiglia di scendere in strada e ci mostrò una Jaguar bianca con i sedili rossi, una MK II. Poi comprò una Buick, uno di quei macchinoni americani che non stava neanche nel box. Con gli anni ho anche scoperto che c’erano grandi liti con mamma perché erano tutte auto fuori budget". Gioele, invece, si accontentava delle sue macchinine con cui giocava. E poi, "curiosamente, ho preso la patente con tutta calma". Lui che poi sarebbe diventato l’“automobilista inc...to“ che ha fatto il giro di tutti i più grandi palchi d’Italia (anche in televisione).

E che ancora oggi ha il suo richiamo: "E pensare che non ero convinto fosse un personaggio efficace. Ma da subito mi sono accorto che funzionava anche senza battute". Ancor più adesso, con "le macchine che stanno facendo quello che un tempo dovevano fare gli uomini. E faccio un po’ fatica. A volte mi trovo a parlare sottovoce per non farmi sentire e per evitare che l’intelligenza artificiale mi risponda". Il personaggio dell’automobilista arrabbiato è tornato anche in “Andavamo a mille“, lo spettacolo realizzato in collaborazione con la leggendaria 1000 Miglia. E "anche in “Per fortuna che c’era il Gaber“, la Torpedo blu è un omaggio all’amore per le macchine". È, in fondo, una sorta di continua “Corsa dietro il vento“. Come il titolo dello spettacolo di Gioele Dix e ispirato ai racconti di Dino Buzzati.

"È un racconto fondato da micro-episodi in cui si muovo personaggi che inseguono con accanimento cose che possono sembrare vane – spiega l’artista –. È un po’ una metafora della vita. E molti, tornando alle gare di Formula 1, potrebbero chiedersi perché affannarsi e rischiare la vita così? Ma è una sfida, anche ai propri limiti. Si vive anche di questo. Non a caso proviamo attrazione e ammirazione verso i piloti e davanti alle imprese che, a volte, hanno anche un certo non so che di eroico". Anche se "vorrei che qualcuno, un giorno, mi spiegasse una cosa: perché quando porto la mia macchina dal gommista non sono veloci come in un pit-stop di Formula 1?".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su