Ci sono eroi silenziosi che lasciano il segno. Può un difensore diventato ct cambiare tutto? C’è chi l’ha fatto, come Berti Vogts, in campo colonna del Borussia Mönchengladbach e della Germania Ovest, in panchina condottiero della nazionale tedesca. L’unico uomo ad aver vinto l’Europeo da calciatore nel 1972 (a dire il vero giocando molto poco in quell’edizione) e da tecnico nel 1996. Un contributo fortissimo il suo da atleta in nella nazionale del Mondiale ’74 ricordata da molti per Müller e Beckenbauer, ma sorretta anche da quel campione silenzioso, un difensore piccolo di statura ma dalle grandissime capacità atletiche e dall’ineguagliabile spirito di sacrificio. Lo stesso Berti Vogts che 24 anni dopo, dalla panchina, sul prato di Webley portò la Germania al suo primo titolo continentale sotto gli occhi della regina Elisabetta. Un trofeo solo sfiorato nell’edizione precedente, quando la sua nazionale si arrese alla sorpresa Danimarca del 1992. Solo una favola riuscì a negare la doppietta al super mister tedesco.
E un altro teutonico da ricordare è sicuramente Helmut Schön. Sì, l’allenatore di Vogts che con quella Germania Ovest ha vinto gli Europei del 1972, ma ha perso ai rigori la finale contro o la Cecoslovacchia nel 1976.
E chi si dimentica della Grecia 2004? A tirar le fila di una delle favole più belle del torneo continentale c’era...un tedesco. Otto Rehhagel è detentore di un record, è l’unico allenatore ad aver vinto il titolo con una squadra straniera, appunto gli ellenici.
Allenatori sulle panchine di altre nazionali. E può capitare pure che un ct si ritrovi a giocare contro il proprio paese d’appartenenza. Una coincidenza che potrebbe avverarsi pure in questa edizione dato che sono ben cinque gli allenatori italiani che disputeranno la fase finale: Luciano Spalletti (Italia), Domenico Tedesco (Belgio), Francesco Calzona (Slovacchia), Marco Rossi (Ungheria) e Vincenzo Montella (Turchia), in pratica siamo il paese più rappresentato in panchina. Nel passato però solo al Trap è capitato di poter battere l’Italia. Con la sua Irlanda, il 18 giugno 2012 incontrò gli azzurri. Il Trap aveva la possibilità di battere (da avversario) la propria nazione di appartenenza. Era mai successo ad Euro? Si, capitò a Jackie Charlton con l’Irlanda nel 1988 e a Guus Hiddink nel 2008 con la Russia. Trapattoni (che quel giorno stabilì a 73 anni e 93 giorni il record per il tecnico più anziano alle fasi finali) invece perse 2-0.
L’Europeo, come abbiamo visto con le favole di Danimarca e Grecia è terreno fertile per le sorprese. Succede allora che a 69 anni e 336 giorni nel giorno del trionfo con la Spagna a Euro 2008, Luis Aragonés diventa l’allenatore più anziano a vincere il trofeo. Il più anziano nel 2024 sarà il Ct dell’Austria, Ralf Rangnick, che festeggerà i 66 anni il 29 giugno durante la fase finale.
Il trionfo dell’allenatore più giovane appartiene invece allo spagnolo José Villalonga, che aveva 44 anni a 192 giorni nella finale del 1964 contro l’Unione Sovietica. A 43 anni 215 giorni, il suo avversario Konstantin Beskov rimane invece l’allenatore più giovane ad aver preso parte a una finale. Tra gli allenatori già qualificati a EURO 2024, c’è il nostro 38enne allenatore del Belgio, Domenico Tedesco, ma soprattutto il 36enne tedesco Julian Nagelsmann, Julian Nache compirà 36 anni e 327 giorni quando la sua squadra affronterà la Scozia nell’esordio venerdì. Ma supereranno i gironi? Per ora, a 36 anni e 333 giorni Srečko Katanec (Slovenia - Serbia 3-3, Euro 2000) resta il più giovane mister delle fasi finali
L’allenatore della Germania, Julian Nagelsmann, compirà 36 anni e 327 giorni quando la sua squadra affronterà la Scozia nell’esordio di EURO 2024, il 14 giugno.
Tra i veterani assoluti degli Europei c’è ancora una volta un ct tedesco. Joachim Löw con la sua Germania si è qualificato alle edizioni del 2008, 2012, 2016 e 2020. A oggi è anche il tecnico con più partite vinte e più partecipazioni (4 come Lars Lagerbäck ct di Svezia e Islanda), sempre della fase finale.