Venerdì 20 Dicembre 2024
GABRIELE TASSI
Sport

Ci vuole un Fisico da Imola: "Qui iniziò tutto"

Fisichella racconta le soddisfazioni sulle rive del Santerno. Ora, a 51 anni, vive una seconda giovinezza nei campionati endurance

Ci vuole un Fisico da Imola: "Qui iniziò tutto"

Diciotto aprile 2003. Sul nastro d’asfalto di Imola si sollevano coppe e quasi si brinda. Giancarlo Fisichella, in una premiazione organizzata ad hoc alza la coppa del Gp del Brasile, conquistata in pista, prima che una pioggia torrenziale bloccasse la gara e poi un errore cronometrico assegnasse la vittoria a Kimi Raikkonen. Dolci ricordi e altri tre fili rossi riagganciano a Imola le memorie più belle di Fisico. Si parla di uomini e successi: da Gian Carlo Minardi – oggi presidente di Formula Imola, la società che gestisce il circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari –, che nel ’95 ebbe il merito di lanciare il pilota romano in Formula 1 a...

E ora continui lei Fisichella...

"Beh, il mio ricordo più bello è legato all’annata 1992. A Imola centrai la prima vittoria in Formula 3".

Ci racconti.

"Era l’ultima gara della stagione, e per tutto il tempo avevo corso con un telaio ’Ralt’ che si ruppe improvvisamente assieme ai freni della vettura. Così il team per cui correvo ’Lavarotto’, prese un telaio Dallara, davvero competitivo: andai subito forte dalla qualifica e vinsi la gara sotto la pioggia".

E in Formula 1?

"Nel ’97 conquistai i miei primi punti mondiali con quella Jordan gialla dalla livrea ’di serpente’. Con Imola ho sempre avuto un buon rapporto, negli anni ho vinto anche con le auto gt".

Il ricordo più brutto c’è?

"Più che altro ricordo la grande delusione del 2005. Con Fernando (Alonso, ndr) avevamo una Renault molto competitiva. Sentivo di avere una chance, ma poi l’auto mi ha abbandonato dopo pochi giri".

Imola dal ’94 è anche un simbolo. Cosa hanno voluto dire per lei tragedie come quelle di Senna e Ratzenberger?

"Quel weekend ci ha segnato tutti, piloti e non. Io da tifoso e da pilota di Formula 3, con Ayrton ho perso anche il mio idolo".

Ma nella testa dei piloti non esiste la paura?

"Non ci pensiamo, perché è il nostro sport e lo amiamo. Sappiamo bene quanto sia pericoloso, l’incidente non ci fa paura, la morte sappiamo tutti che può capitare. Si corre perché si vuole vincere per se stessi e per la squadra. Quando comincia la paura è segno che si deve smettere".

E lei pare proprio non averne...

"Al momento corro nei vari campionati endurance grazie a Ferrari. E presto ci saranno novità".

Non le manca la Formula 1?

"Non ne sento la mancanza, dopo 13 anni credo di aver lasciato un segno in quello sport. Sono stati anni intensi e molto impegnativi dal punto di vista mentale. Ora ho una nuova vita nei campionati endurance..."

E’ la scelta di molti piloti, Valentino compreso...Perché?

"C’è un’atmosfera diversa. L’impegno è sempre importante, ma si hanno meno pressioni e si sta più tranquilli".

Saliamo in macchina: quali sono i segreti di Imola e quali sensazioni si provano a bordo?

"Imola è una delle piste più belle al mondo, un circuito completo, con saliscendi e chicane modificati parecchio nel corso degli anni. Il segreto è trovare un buon feeling nella prima parte e alle acque Minerali: la macchina, inoltre, deve avere un assetto perfetto per dare confidenza al pilota con la pista".

Lei è l’ultimo pilota italiano ad aver vinto un Gp di Formula 1 (Sepang 2006), chi potrebbe essere il suo erede?

"Kimi Antonelli lo vedo molto vicino a realizzare il sogno del debutto (qualche settimana fa ha provato la Mercedes proprio sul circuito del Santerno, ndr). Lo aspettiamo tutti con grande ansia, oltre che una grande chance ha qualità di guida e velocità. Gli auguro il meglio, come lo auguro anche ai ragazzi della mia accademia Pro Racing".