
Carlos Sainz alza il trofeo per il vincitore del gran premio d’Australia 2024
Un anno fa, 2024, la Ferrari tornò a trionfare in Australia con il pilota che aveva appena scartato. Sembrava di stare su Scherzi a parte, invece era tutto vero. Carlos Sainz, cui già era stato comunicato che avrebbe dovuto lasciare il posto a un certo Lewis Hamilton, fu esemplare sul tracciato dell’Albert Park. Dominante e perfetto in ogni dettaglio: dalla prestazione alla gestione dei pit stop. E si tenne dietro Leclerc, valletto nella domenica della doppietta.
Davvero, in Australia abbiamo visto il miglior Carlitos di Rosso vestito, naturalmente con il senno di poi. Quel giorno, fino alla bandiera a scacchi i ferraristi temettero potesse subire un calo fisico, causa postumi di un recentissimo intervento di appendicite. Invece no: dal primo all’ultimo metro, lo spagnolo fu irresistibile.
Adesso, El Matador inaugura un capitolo nuovo della carriera. In Williams. Che da un pezzo non è più un top team, non vince un mondiale dal remoto 1997.
Strana, come scelta? Abbastanza. Se uno sta ai risultati, ai numeri, nel periodo trascorso a Maranello l’iberico è stato sul livello di Leclerc. Del resto, Sainz è uno tosto, in certe cose è parso persino meglio del monegasco, ma alla fine ha trovato una sistemazione sulla carta non entusiasmante. Per anni e anni la Williams è stata in coda al gruppo, non di rado la ottava/nona scuderia del Mondiale.
Perché Sainz è andato lì? È un parcheggio per un anno ben pagato? In attesa di una chiamata, fin qui non arrivata, da parte di Mercedes o Red Bull? Oppure Williams ha in serbo qualcosa che non sappiamo, che permetterà al glorioso team di tornare grande? È vero, McLaren ci è riuscita, ma dopo quanti anni? La risposta la conosce soltanto El Matador, l’ultimo Re d’Australia.
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