E’ un rincorrersi di emozioni allo stato puro. Adrenalina e sensazioni forti raccontate in un mix unico (spazio-tempo-velocità) accompagnato dal suono, dal rombo (no, non chiamatelo rumore) dello scarico che spara a mille. Il Mugello raccontato dalla pista è una storia da vivere e rileggere tutta d’un fiato. La guida è Alessio Polidori, pilota, prof delle due ruote fra aule di istituti scolastici e corsi su strada. Lui che al Mugello c’è nato e cresciuto. La moto è una Sbk 1000, un jet che sprigiona (addirittura e ovviamente) meno cavalli e meno prestazioni rispetto a una MotoGp.
Il semaforo verde del Mugello ti porta in un istante (e a 300 all’ora) a scalare – in appena 230 metri – quattro marce (dalla sesta alla seconda) per affrontare la curva San Donato. Traiettoria obbligata e sull’orizzonte la Luco e la Poggio Secco, dove la velocità è tutto sommato ’normale’, prima di affrontare in terza le Materassi. Vietato ’tirare’ troppo, senza comunque concedere niente a chi magari sta dietro, perché è già in arrivo quello che – secondo tutti i piloti – è il tratto più spettacolare del Mugello: la discesa, con curva e controcurva della Casanova-Savelli. Destra-sinistra senza pieghe matte, ma gas che torna a spalancarsi proprio per percorrere la Savelli e mettere nel mirino Arrabbiata 1 e Arrabbiata 2. Sulla prima si gira (bene) con il tachimetro che indica 200Km/h, la seconda è unica come un rebus (complicatissimo) da risolvere, Si ’scollina’ stile ottovolante, ovvero non si vede cosa c’è oltre.
Oltre ci sono, in serie, le Scarperia, Palagio e Correntaio, ovvero gas a martello (ma con marce basse) nel tornante della Palagio con staccata robusta e moto piegata (quasi) al limite per affrontare il Correntaio, da dove poi si esce e si spinge tutto – ma proprio tutto – il gas che hai a disposizione per affrontare le Biondetti. Un lampo e si è già in uscita dalla Biondetti 2: quarta marcia piena e velocità che supera i 225 all’ora. Ora la traiettoria non ti concede manco un centimetro di distrazione perché la moto sta per affrontare il curvone della Bucine. Curva da ’spigolare’ spiegano bene i piloti, ovvero a metà devi comunque iniziare a spingere al massimo. Le marce risalgono in fretta: terza, quarta, quinta, sesta. L’uscita della Bucine è il portone sul rettilineo del Mugello.
Quello da vivere a 300 all’ora. Senza se e senza ma, per poi staccare e ritrovarsi nel modo giusto alla San Donato. Sì, si riparte. Ed è proprio il Mugello.