Le rotte e i sormonti dei corsi d’acqua regionali del maggio 2023 hanno riversato sulla pianura bolognese circa 100 milioni di metri cubi di acque dell’Appennino, che si sono sommate alle acque piovute in pianura e raccolte dai canali di competenza della Bonifica Renana. Il reticolo artificiale e gli impianti di sollevamento del Consorzio hanno gestito 400 milioni di metri cubi di pioggia, compresi quelli esondati dai torrenti regionali Idice, Quaderna, Gaiana e Sillaro. Oltre allo sforzo e all’attività straordinari per consentire un rapido sgrondo delle zone allagate, sono subito iniziati i lavori di ripristino della rete artificiale di bonifica. Infatti, anche il sistema di scolo della Renana è stato fortemente compromesso dalle rotte e dai sormonti corsi d'acqua naturali. Come illustra la presidente del Consorzio, Valentina Borghi: «Durante l’alluvione nelle zone allagate dai torrenti centinaia di tonnellate di fanghi e argille appenniniche insieme alle acque di piena hanno invaso il reticolo dei canali consortili. Passata l’emergenza, a giugno si è partiti con il ripristino del nostro reticolo di scoli artificiali». Ad oggi la Renana ha impegnato in queste attività oltre 1.000 giornate di cantiere, con un investimento di 2.800.000 euro. In 9 mesi di lavoro si è realizzata il triplo delle attività di manutenzione annuale. In programma c'è manutenzione straordinaria di altri 100 chilometri di canali della rete artificiale, con il ripristino delle sezioni idrauliche e della potenzialità massima di scolo. Ciò consentirà anche il recupero di capacità di accumulo della rete, in caso di piogge violente, per un volume stimato in ulteriori 200 mila metri cubi d’acqua. In prospettiva, sarà necessaria la manutenzione straordinaria anche delle casse di espansione di sistema, in un’ottica di rigenerazione idraulica delle opere esistenti, per aumentare la resilienza della nostra pianura dai cambiamenti climatici in atto.
SostenibilitàRigenerazione idraulica: tutte le opere nella pianura del Reno