Sabato 27 Luglio 2024

Processi civili, tempi troppo lunghi. I fondi del Pnrr rilanciano il Paese

Tracciabilità digitale per prevenire la corruzione, serve più dialogo tra cittadini e amministrazione

Processi civili, tempi troppo lunghi. I fondi del Pnrr rilanciano il Paese

Processi civili, tempi troppo lunghi. I fondi del Pnrr rilanciano il Paese

Pace è la parola chiave del sedicesimo goal dell’Agenda 2030. Un obiettivo che, stando a quanto accade quotidianamente nel mondo, non siamo ancora riusciti a raggiungere.

Il sogno, entro il 2030, è volto alla promozione di società pacifiche e inclusive nell’ottica dello sviluppo sostenibile, con la volontà anche di costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli.

Nell’area rientrano anche l’abolizione di corruzione, furto, evasione fiscale e concussione. Analizziamo un po’ di dati forniti dall’Istat sul quadro italiano, partendo dal numero di omicidi volontari, che nel 2021, sono 304, in marginale aumento rispetto al 2020.

Nel 2022, invece, aumenta lievemente l’affollamento nelle carceri italiane, raggiungendo i 110 detenuti per 100 posti disponibili. Intanto, diminuiscono i detenuti in attesa di primo giudizio: dal 15,8% al 15,1% del totale della popolazione carceraria. Ancora tempi lunghi però per la durata dei procedimenti civili dei tribunali ordinari, che aumentano di sette giorni.

Il rapporto ASviS 2022, invece, mostra che l’Italia deve accrescere l’impegno pubblico nei processi di solidarietà e di pace anche attraverso la partecipazione giovanile, con il consolidamento del servizio civile universale e dell’esperienza dei corpi di pace. Vengono giudicati poi non del tutto soddisfacenti gli strumenti e le procedure di monitoraggio civico del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) attraverso cui disegnare meccanismi di maggiore partecipazione dei cittadini nella definizione delle policy pubbliche e dunque abilitare il dialogo fra società civile e pubbliche amministrazioni.

La tendenza è positiva per lo sviluppo dei processi di riforma e modernizzazione previsti dal Pnrr in matera di giustizia, pubblica amministrazione e appalti pubblici, con un’accelerazione notevole nei processi di digitalizzazione che funge da motore per un’amministrazione accessibile, responsabile ed efficiente. In merito alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di corruzione, poi, sono stati apportati interventi positivi finalizzati ad accrescere la tracciabilità digitale e alla trasparenza delle risorse allocate dalla pubblica amministrazione con la previsione di una piattaforma unica per la trasparenza.

L’Emilia-Romagna, in questo senso, vuole rafforzare la prevenzione e il contrasto all’infiltrazione mafiosa e del crimine organizzato, diffondendo la cultura e la legalità in ambito sociale ed economico. Ma nel territorio regionale i reati registrati ci sono e nel 2022 si sono raggiunte 266 misure interdittive, collocando la regione al terzo posto tra quelle italiane, dopo la Campania e la Calabria. A preoccupare è anche il capito ecomafie, con reati contro l’ambiente che restano, nel 2022, sopra i 30 mila. Sono quasi 440 mila i reati denunciati alle autorità giudiziarie nel 2019 in Lombardia. Nel contesto umbro, invece, preoccupano il traffico di droga, i furti in abitazione e le infiltrazioni mafiose, sommati ai tanti delitti compiuti da minorenni. Nel 2021, in Toscana il numero di delitti denunciati per 100mila residenti è pari 3.812, circa 3,8 per 100 residenti. Concludiamo con le Marche, che nel 2022 segnano un aumento delle operazioni sospette segnalate: in totale sono state 3.09, 200 in più rispetto al 2021.

Marco Principini