Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni è il settimo obiettivo dell’Onu, anche questo preso in considerazione dall’Emilia-Romagna. Nello specifico, la Regione, con i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, si impegna al passaggio sfidante al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. Un piano ambizioso che guarda al raggiungimento di una transizione energetica a tutto tondo. Per farlo, serve un percorso che non metta a rischio il capitale produttivo e quello naturale, l’occupazione delle persone e il benessere della società: deve essere, quindi, un motore di nuovo e diverso sviluppo ecosostenibile. Nel dettaglio, l’Emilia-Romagna sta investendo sulle competenzse delle persone, dei giovani e dei lavoratori, incentivando gli investimenti delle imprese, incluse anche quelle agricole, verso il mondo delle energie rinnovabili. Oltre a questo, la Regione sta lavorando per sviluppare nuove filiere green e rafforzare la ricerca e l’innovazione in settori ad alto potenziale strategico come l’idrogeno, l’elettrico e la chimica verde. Poi, per incrementare la produzione, l’utilizzo e l’accumulo diffuso delle energie rinnovabili, verrà approvata una legge regionale sulle comunità energetiche. Anche il pubblico deve seguire questa impronta, e per accelerare il processo, la Regione vuole sostenere lo sviluppo dei Piani Energia-Clima dei Comuni e lo sviluppo di percorsi di neutralità carbonica a livello territoriale, dando nuovo impulso all’adeguamento e all’efficientamento energetico dell’intero patrimonio pubblico, a partire dalle scuole per realizzare nuovi edifici a emissioni zero.
L’obiettivo è quello di sviluppare progetti di finanza sostenibile e di impatto sociale. Il Piano energetico regionale (Per) 2030 si occupa del rafforzamento dell’economia verde, di risparmio ed efficienza energetica, così come dello sviluppo di energie rinnovabili e di interventi su trasporti, ricerca, innovazione e formazione. A livello strategico, uno degli obiettivi è la riduzione delle emissioni climalteranti del 40% al 2030, rispetto ai livelli del 1990. In più, si vuole incrementare al 27% al 2030 la quota di copertura dei consumi attraverso l’impiego di fonti rinnovabili, e, infine, l’idea è di incrementare l’efficienza energetica al 27% al 2030. Intanto, al 2021, i consumi energetici regionali coperti da fonti rinnovabili rappresentano l’11,4% dei consumi finali lordi di energia. Dal 2012 al 2020, il contributo delle fonti energetiche rinnovabili è cresciuto in Emilia-Romagna con valori superiori a quanto previsto dalla normativa "Burden Sharing". E la produzione regionale di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili, nel 2021, è stata pari a circa il 23% del totale.
Secondo gli ultimi dati, risalenti a fine 2022, il totale di impianti fotovoltaici in Emilia Romagna è 126.703, con una potenza totale di 2.513 MW e una produzione lorda di 2.615 GWh. Questi dati, con Bologna che guida la graduatoria, confermano la regione al terzo posto in Italia, preceduta solamente da Lombardia e Veneto, per il numero di impianti, per la potenza complessiva (guardando solo alle cifre del 2022, nel corso dell’anno nella regione sono stati installati il 9,9% degli impianti e il 9,8% della potenza totale) e per la produzione (il 9,3% del totale nel paese).
Le Marche sono addirittura prima regione per potenza installata pro capite con 805 Watt per abitante. Un dato sostanzialmente doppio rispetto alla media italiana, che vede una potenza di 415 Watt per abitante. Il 3,3% degli impianti fotovoltaici presenti in Italia si trova nelle Marche, un’infrastruttura capace di generare il 4,9% della potenza sulla quale può contare il Paese. Dati eccellenti se si considera che nella Marche vive appena il 2,6% degli italiani.
Marco Principini