"Le comunità energetiche offrono un grande contributo alla decarbonizzazione fissato dall’agenda2030. I finanziamenti del Pnrr per agevolarle sono un’occasione importantissima, ma i ritardi dell’Italia rispetto a queste misure sono evidenti. Il legislatore europeo dovrebbe tenere conto del fatto che non siamo un Paese scandinavo; rispetto ai nostri 8.000 Comuni, la realizzazione delle comunità energetiche impatta con quella che è la nostra burocrazia e il nostro sistema organizzativo. Incentivarle è una sfida da vincere a tutti i costi". Così Andrea Volpi, deputato di FdI in Commissione Lavoro, intervenuto nel corso del Cnpr forum ‘Sviluppo sostenibile: il ruolo delle comunità energetiche rinnovabili nella sfida verso il 2030’ promosso dalla Cassa di previdenza ragionieri ed esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
L’evento è diventata l’occasione di discutere delle Comunità energetiche: secondo i dati del Gse, attualmente sono 154 le forme di energia condivisa che si sono realizzate nel nostro Paese, tra comunità energetiche rinnovabili (67) e configurazioni di autoconsumo collettivo. Il decreto attuativo che dà il via libera agli incentivi, è stato licenziato lo scorso gennaio, mentre un mese dopo sono state pubblicate le Regole operative per accedere ai fondi Pnrr e al servizio. Due mosse che, di fatto, potrebbero rapidamente farle aumentare di numero.
L’Italia, infatti, "sconta un ritardo un ritardo che ci auguriamo venga recuperato al più presto. Auspichiamo che il ministero e gli enti governativi possano offrire un supporto concreto per evitare la ‘povertà energetica’, consentendo in maniera celere di utilizzare il meccanismo delle ‘comunità’", ha sottolineato Patty L’Abbate (M5s), vice presidente della commissione Ambiente a Montecitorio. Sul gap che divide l’Italia dal resto d’Europa è intervenuto Luca Squeri (Forza Italia), segretario della Commissione Attività produttive alla Camera: "Il contributo economico è importante, come ogni iniziativa che favorisce l’implementazione dell’energia da fonti rinnovabili perché il cammino della transizione energetica è una sorta di ‘marcia olimpica’ lunga. Ma bisogna snellire la burocrazia". Per Devis Dori (Verdi e Sinistra) "le comunità energetiche possono essere la vera rivoluzione, non solo per l’Italia ma per tutta l’Ue. L’obiettivo è quello di raggiungere 15mila ‘comunità’ entro giugno 2026. Il Pnrr potrebbe aiutare in maniera determinante".
Le conclusioni della giornata sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale esperti contabili): "Proverei a interrogare dieci cittadini alfabetizzati appartenenti al mondo delle imprese o delle professioni o degli amministratori locali, chiedendo loro se sanno cos’è una comunità energetica. Sono convinto che otto su dieci risponderebbero di non saperlo. Il motivo principale della scarsa diffusione è che molti non sanno dell’esistenza e della possibilità di avviarle".
m. p.