Martedì 12 Novembre 2024

Drone subacqueo perduto svela i misteri dei ghiacci in Antartide

Scomparso nel 2022 nella barriera di Ross, è riemerso dopo quattro giorni. E ha registrato un’intrusione di 50 metri di acqua relativamente calda

Drone subacqueo

Drone subacqueo

Roma, 11 novembre 2024 – Da un drone sperduto tra ghiacci dell'Antartide sarebbe arrivata la chiave per svelare i misteri dello scioglimento dei ghiaccio. Si chiama Marlin, è un drone subacqueo che ha permesso di recuperare dati fondamentali per comprendere il fenomeno intorno al circolo polare antartico. 

A rivelarlo è uno studio guidato dall'Università di East Anglia e pubblicato su 'Science Advances'. Marlin, un Seaglider (un veicolo autonomo subacqueo) era stato dispiegato nel dicembre 2022. Dotato di una serie di sensori per raccogliere dati sui processi oceanici, era stato programmato per viaggiare verso nord in acque libere.

Un imprevisto scombinò i piani dei ricercatori: Marlin fu trascinato da una corrente che scorreva verso sud e portato in una cavità chiamata barriera di Ross, la più grande piattaforma glaciale dell'Antartide. E lì è rimasto, con i suoi sensori accesi, per quattro giorni prima di riemergere.

Durante questo periodo ha comunque effettuato diverse misurazioni dell'acqua all'interno della cavità fino a una profondità di 200 metri ossia fino alla base della piattaforma di ghiaccio sovrastante. Marlin ha così permesso di registrare un'intrusione di 50 metri di acqua relativamente calda, entrata nella cavità dalle acque libere vicine. Le temperature dell'acqua variavano da -1,9 C a  -1,7 C sotto il ghiaccio.

Una successiva rianalisi di tutte le misurazioni disponibili ha mostrato che il calore trasportato nella cavità è aumentato negli ultimi 45 anni, molto probabilmente a causa del riscaldamento del Mare di Ross dovuto al cambiamento climatico.

"Sebbene l'aumento della temperatura, quattro millesimi di grado all'anno, possa non sembrare poi così tanto, potrebbe aver portato a una perdita di ghiaccio aggiuntiva di circa 20-80 cm all'anno nei 45 anni che prendiamo in esame – ha spiegato l'autore principale, il dottor Peter Sheehan – abbiamo scoperto che le acque dell'intrusione erano abbastanza calde da sciogliere la parte inferiore della piattaforma di ghiaccio. La novità è che possiamo tracciare l'acqua calda praticamente dalle acque aperte del Mare di Ross sul fronte del ghiaccio, fino alla cavità. Non abbiamo mai visto una di queste intrusioni verificarsi direttamente prima.”

Sheehan ha aggiunto: "Non era previsto un viaggio nella cavità sotto la piattaforma di ghiaccio di Ross e normalmente non è possibile misurare questa regione formata da ghiaccio: non è possibile inviare deliberatamente strumenti così vicini alla parte inferiore di una piattaforma di ghiaccio, è troppo rischioso".

Uno dei processi che può spingere l'acqua calda di superficie sotto la piattaforma di ghiaccio di Ross è il vento. Questi flussi oceanici superficiali spinti dal vento sono chiamati correnti di Ekman e, come per qualsiasi corrente oceanica, hanno un trasporto di calore associato.

Poiché si tratta di un processo di superficie oceanica, questo calore è immediatamente disponibile per sciogliere il ghiaccio sovrastante. Il trasporto di calore delle correnti di Ekman è particolarmente rilevante per gli scienziati del clima perché gli oceani assorbono e ridistribuiscono gran parte del calore della Terra.

I cambiamenti in questo sistema possono avere effetti profondi sul meteo, sui livelli del mare e sulle tendenze della temperatura globale. Sheehan e la coautrice dello studio, la professoressa Karen Heywood, hanno utilizzato misurazioni a lungo termine del vento e della temperatura dell'oceano, combinate con un modello di analisi per colmare le lacune spaziali e temporali nella registrazione di Marlin, e per calcolare la forza del trasporto di calore delle correnti di Ekman verso sud negli ultimi 45 anni. In questo modo, hanno scoperto che il calore trasportato nella cavità è aumentato in maniera rilevante per lo scioglimento dei ghiacci