Ogni anno, nel mondo, circa 1,3 milioni di persone muoiono in incidenti stradali e ben 50 milioni rimangono ferite. Per affrontare questa urgente sfida globale, Jean Todt, inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la sicurezza stradale, ha lanciato una campagna chiamata “Make a Safety Statement”. Gli incidenti stradali sono la principale causa di morte tra le persone di età compresa tra i 5 e i 29 anni a livello globale, con i Paesi in via di sviluppo che rappresentano il 93% delle vittime. Il costo economico degli infortuni da traffico stradale ammonta al 3% del prodotto interno lordo della maggior parte dei Paesi, senza contare le significative perdite finanziarie subite dalle persone colpite e dalle loro famiglie. In occasione del lancio della campagna, Todt ha sottolineato che “la sicurezza stradale non è abbastanza in cima all’agenda politica della maggior parte dei Paesi. È quella che io chiamo la pandemia silenziosa”. “Make a Safety Statement” è un appello a cambiare il comportamento degli utenti della strada. La campagna mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a costruire una cultura della sicurezza stradale mediante l’adozione di regole semplici ma efficaci, come indossare le cinture di sicurezza, guidare a velocità sicure, usare il casco e astenersi dall’inviare SMS durante la guida. Nei prossimi due anni, l’iniziativa si estenderà a 80 Paesi in tutto il mondo, apparendo sui cartelloni e nelle aree pubbliche. Attraverso il coinvolgimento attivo, la campagna spera di ridurre i fattori di rischio, soprattutto nelle aree urbane, consentendo alle persone di camminare, vivere, andare in bicicletta, utilizzare i mezzi di trasporto pubblico e godersi l’ambiente in modo sicuro.
ServiziLa sicurezza stradale come sfida globale: perchè è una responsabilità condivisa