Pisa, 6 novembre 2024 – In Italia, circa un quinto dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia, non lavora e non cerca lavoro in modo attivo: sono i cosiddetti NEETs. Allo stesso tempo, nella fascia di età tra 18 e 27 anni, il tasso di astensione alle ultime elezioni politiche (settembre 2022) è stato del 37%, salito al 54,1% alle europee di giugno. Questi solo soltanto alcuni dei dati che un gruppo di allieve e di allievi della Scuola Superiore Sant’Anna stava osservando, quando - a inizio 2023 – ha pensato per la prima volta a una Scuola di Educazione Civica.
Quali azioni intraprendere per incoraggiare tra i loro coetanei la partecipazione e la cittadinanza attiva, la cui prima manifestazione è l’esercizio del diritto di voto? Come convincere chi è poco più giovane a interessarsi alle stesse cose che le allieve e gli allievi della Scuola Superiore Sant'Anna hanno a cuore, soprattutto grazie all’ambiente in cui vivono? Domande spontanee, di fronte all’evidenza che proprio a chi dovrebbe partecipare a una spinta collettiva di rinnovamento, manchino le chiavi di lettura di un presente complesso.
La Scuola di Educazione Civica della Scuola Superiore Sant'Anna non è soltanto un momento di formazione, ma anche un’esperienza residenziale di incontro e condivisione per studentesse e studenti che arrivano a Pisa da tutta Italia, e che sono ospitati per tre giorni all’interno del Parco di San Rossore. Lì si trova anche la Villa del Gombo, sede delle attività ed ex residenza del Presidente della Repubblica, immersa nel verde e a pochi passi dal mare. Per la seconda edizione, svoltasi nelle scorse settimane, sono stati selezionati 40 neo-diciottenni all’ultimo anno di scuola superiore, con genitori non laureati: ogni 5 di loro, c’erano 3 ragazze e 4 persone provenienti dalle regioni del Centro o del Mezzogiorno. L’impegno per la mobilità sociale della Scuola Superiore Sant’Anna ha incontrato la personale motivazione dei ragazzi a partecipare al progetto, espressa tramite una presentazione scritta al momento della candidatura.
Il programma della Scuola di Educazione Civica è costruito da due anni attorno al tema “Raccontare la realtà che cambia” con un doppio obiettivo: da un lato affrontare argomenti di educazione civica – a partire dalla Costituzione e dal funzionamento dell’Unione Europea – in modo più stimolante e approfondito rispetto all’insegnamento della materia nelle scuole superiori (introdotto dall’anno scolastico 2019/2020); dall’altro incuriosire, ispirare, appassionare i partecipanti attraverso l’incontro con persone che, per professione o per spirito di volontariato, ogni giorno raccontano e studiano la realtà, oppure provano a indirizzarne il cambiamento. Molto formativi sono stati, per esempio, il confronto con la presidente emerita della Corte costituzionale Marta Cartabia, che ha tenuto la lezione di apertura, e la simulazione di una seduta del Parlamento europeo, organizzata dentro la Villa del Gombo dalla Fondazione Antonio Megalizzi.
L’auspicio è che le ragazze e i ragazzi maturino, durante i tre giorni della Scuola di Educazione Civica, una maggiore consapevolezza del loro ruolo di cittadini e siano, per questo, spinti a partecipare alla vita delle loro comunità, capaci di trasmettere lo stesso entusiasmo ai propri coetanei. La partecipazione civica passa anche attraverso la scelta universitaria: prima di prendere parte al progetto, tutti i selezionati per la seconda edizione intendevano già iscriversi all’università l’anno prossimo, ma, alla partenza da Pisa, quasi la metà di loro considera anche altre facoltà, diverse da quella che aveva in mente.
Questo conferma quanto una testimonianza viva o un dialogo aperto, come quelli che animano la Scuola, possano motivare e illuminare la strada. Spicca l’interesse verso le scienze sociali (scienze politiche, giurisprudenza, economia) e le materie umanistiche (in particolare storia e filosofia). Scelte guidate da una nuova attenzione verso la cosa pubblica, scoperta tra le mura della Villa del Gombo e lungo i viali del Parco.
Costanza Pinna Berchet è allieva della Scuola Superiore Sant'Anna e tutor del progetto Me.Mo.