Martedì 2 Luglio 2024
Egidio Scala
Merito e mobilità sociale

"Opportunità da cogliere. Il futuro dipende da voi"

La rettrice Nuti invita ragazze e ragazzi a partecipare alle selezioni

La rettrice Sabina Nuti

La rettrice Sabina Nuti

Pisa, 28 giugno 2024 – Sabina Nuti è rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il suo mandato si è caratterizzato per una continua attenzione a progetti legati a parole chiave quali mobilità sociale, valorizzazione del merito; si è contraddistinta per aver favorito una dimensione che unisce l’apertura al territorio e la naturale vocazione internazionale per formazione, ricerca e ’terza missione’. Nuti è professoressa ordinaria di Economia e Gestione delle Imprese, aderisce al Centro Interdisciplinare Health Science e ha fondato il Laboratorio Management e Sanità (MeS) dell’Istituto di Management.

Rettrice, quali sono le novità del concorso di ammissione?

"Intanto ricordo il percorso formativo in Data Science e poi la prossima attivazione della Laurea Magistrale congiunta con l’Università di Pisa in Infermieristica. L’Ateneo è nostra partner anche per altre lauree magistrali in convenzione con gli atenei di Firenze e Trento. Il percorso in Data Science costituisce un altro sforzo per le scienze applicate e si caratterizza per un approccio interdisciplinare: lavora su competenze all’avanguardia, sempre più richiesti dal mercato, che vanno dalla statistica all’informatica, alla capacità di lavorare con evidenze quantitative. Per tornare al secondo livello, questa è un’altra novità significativa: la Scuola amplia i posti a concorso senza diminuire quelli per il primo livello, per la formazione universitaria integrativa, grazie anche all’apertura di nuovi collegi".

A proposito di Pnrr, quanto ’vale’ per la Scuola Superiore Sant’Anna?

"Il Pnrr vale globalmente circa 40 milioni di euro, cifra che per il nostro dimensionamento è elevata e ci permette di lavorare su molti ambiti, dalle infrastrutture di ricerca ai partenariati con altre istituzioni e centri di eccellenza, fino all’ecosistema Toscano per la salute. Pnrr a parte, negli ultimi anni la Scuola ha registrato un incremento della progettualità finanziata nell’ambito di ulteriori bandi competitivi, come quelli della Commissione europea e su progetti finanziati da enti di ricerca nazionali e pubbliche amministrazioni".

Da poche settimane è entrata nel sesto anno del suo mandato: quanto e come è cresciuta la Scuola?

"Sono stati anni di grande sviluppo. Docenti, ricercatrici, ricercatori sono arrivati a circa 200 ed è aumentato anche il numero di allievi e allieve e del personale tecnico-amministrativo. Abbiamo aperto due nuovi collegi e un altro lo stiamo per aprire (nell’ex convento di Santa Croce in Fossabanda), abbiamo attivato un partenariato pubblico privato per il nuovo polo scientifico di San Giuliano Terme. Abbiamo inaugurato Palazzo Boyl, nuovo Polo delle Scienze Sociali e sede di rappresentanza. Tutto questo è avvenuto grazie a una notevole capacità di autofinanziamento e alla collaborazione con il settore privato".

A proposito di ricerca: perché spesso la definisce palestra della formazione?

"Allieve e allievi hanno la possibilità di avvicinarsi in modo precoce alla ricerca, anche grazie a un rapporto tra docenti, allieve e allievi favorevole. Ogni docente ha la possibilità di seguire un gruppo ristretto di ragazze e ragazzi per volta. Inoltre, un clima interdisciplinare favorisce lo scambio e l’inclusione. In un contesto collegiale allieve e allievi vivono fianco a fianco con chi segue altri percorsi di studio per confrontarsi e di seguire attività culturali di ogni genere, ma anche per partecipare ai viaggi intersettoriali all’estero, finanziati dalla Scuola".

Un suo suggerimento per le ragazze e per i ragazzi che ancora devono scegliere il proprio percorso universitario.

"Invito studentesse e studenti a cimentarsi con il concorso e a non avere paura di non riuscire, certo chi entra è una percentuale bassa rispetto a chi si iscrive al concorso ma questa paura deve essere superata. Consiglio di mettersi alla prova con il concorso, perché già di per sé questa è un’occasione di apprendimento, una palestra formativa che vale la pena tentare sempre".