Il tumore della prostata è uno dei tumori più diagnosticati negli uomini, soprattutto in età avanzata. Spesso asintomatico nelle fasi iniziali, viene diagnosticato tramite esami specifici come il dosaggio del PSA (analisi del sangue che consente di valutare i valori di una proteina secreta dalla prostata che, normalmente, è presente nel sangue in quantità minima) e la visita urologica. Tale esame però non è specifico per il tumore: il valore può aumentare anche per condizioni benigne come ipertrofia prostatica o prostatiti. In passato, in caso di Psa elevato si procedeva con biopsie, metodo invasivo e meno preciso. Ora, invece, si esegue una risonanza magnetica multiparametrica, che è una tecnica non invasiva e altamente efficace.
La terapia del tumore della prostata è personalizzata, definita in base allo stadio della malattia e alle caratteristiche del paziente. Gli stadi della malattia variano da tumori localizzati alla prostata (stadi 1 e 2) a forme avanzate che coinvolgono i linfonodi e altri tessuti (stadi 3 e 4). La prognosi è favorevole nelle fasi iniziali 1 e 2, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni superiore al 90%.
Tra le opzioni terapeutiche vi è la sorveglianza attiva indicata per pazienti con tumori a basso rischio o con aspettativa di vita limitata. La chirurgia prevede la rimozione della prostata (prostatectomia radicale) dei linfonodi circostanti. Può essere eseguita con tecniche convenzionali o laparoscopiche. La rimozione comporta la perdita del liquido seminale per cui il paziente prima dell’intervento può valutare l’idea di congelare il proprio seme presso una banca del seme, per mantenere la possibilità di avere figli in futuro. Le altre cure sono la radioterapia per eliminare le cellule tumorali, sia come trattamento primario sia post-chirurgico. Una variante è la brachiterapia, che prevede l’impianto di sorgenti radioattive nella prostata, ideale per tumori a basso rischio. L’ormonoterapia mira a ridurre i livelli di testosterone, ormone che stimola la crescita tumorale, attraverso farmaci o interventi chirurgici. La chemioterapia viene riservata ai casi avanzati o resistenti all’ormonoterapia. Impiega farmaci per ridurre le metastasi e migliorare la qualità della vita.