
La dottoressa Maria Segata del Maggiore assieme alla mamma Debora, la piccola Camilla e al papà Michael
Bologna, 16 marzo 2025 – Camilla è nata: tre chili e 150 grammi di forza ed energia. Camilla “è una guerriera” che non ha mollato mai, nemmeno quando la sua mamma era sotto ai ferri e lottava per restare viva, mentre l’équipe di Neurochirurgia del Bellaria combatteva una lotta titanica contro un angioma che le provocava emorragie cerebrali tali da mettere a rischio la sua esistenza. Dopo oltre 18 ore di un intervento considerato eccezionale a livello mondiale, i chirurghi hanno avuto ragione del “drago dalle molte teste”, come lo ha definito il professor Carmelo Sturiale a capo dell’Unità operativa di Neurochirurgia che ha guidato ed eseguito l’operazione.
La bambina è nata lunedì (10 marzo) nella Maternità del Maggiore sotto la supervisione della dottoressa Maria Segata, la stessa che ha seguito con continui monitoraggi la bimba quando era ancora nel ventre della mamma durante l’intervento alla testa. E, da giovedì, è già a casa con la mamma, il papà Michael Marciano e i nonni, sempre presenti in questa incredibile vicenda.
Ha la voce emozionata Debora quando parla del primo momento in cui la bambina è stata messa tra le su braccia: “Mi sono svegliata con le ostetriche di fianco che mi hanno chiesto se volevo vedere mia figlia. Ho detto: ’Beh, insomma. Se fosse possibile...’ Poi è entrato il mio compagno con la bambina ed è stato un momento stupendo. Michael mi ha detto che piangevo, ma io ero ancora un pochino stordita dall’anestesia, lo ricordo bene. Questa bambina ha lottato insieme a me, è fortissima, una guerriera – dice –. E tornare a casa sicuramente aiuta”.
Quando è nata Camilla pesava tre chili e 150 grammi, come precisa la neo mamma “poi c’è stato un pochino di calo fisiologico, ma nonostante la situazione lei, i suoi chili, li ha presi tutti – sorride Debora –. Mangia, sta bene, una lottatrice, ma brava. Ho visto anche il professor Sturiale poco prima che mi addormentassero, era lì vicino a me, sempre presente”.
Del lunghissimo intervento subìto al Bellaria non ricorda nulla “e pochissimo anche di quando sono stata ricoverata in Terapia intensiva. I ricordi iniziano quando mi hanno spostata in reparto. Mi raccontano di quello che facevo e adesso rido: chiedevo di mangiare un hamburger con la Coca-Cola. Desideravo quello”.
Il professor Sturiale, dal canto suo, sottolinea il coraggio di Debora e di tutta la sua famiglia nella decisione di affrontare un intervento oggettivamente difficilissimo che era stato prospettato con tutti i rischi che comportava: “Debora è una madre veramente in tutto che ha rischiato la sua vita perché sapevano che quell’angioma l’avrebbe comunque uccisa perché continuava a sanguinare. Lei lo ha fatto per amore della sua bambina, per fare in modo che sua figlia potesse nascere. Il parto era programmato per il 13 marzo – fa sapere – ma, mentre Debora era ancora da noi in attesa della data prefissata, le acque si sono rotte. È stata portata subito al Maggiore e i ginecologi hanno deciso di far nascere subito la bambina. E il momento in cui Camilla è stata messa nella braccia della madre è indimenticabile”.