Roma, 21 gennaio 2025 – L’Intelligenza artificiale potrà aiutare a individuare i primi segni di demenza senile? Alcuni ricercatori scozzesi stanno lavorando a un nuovo strumento che potrà essere utilizzato dagli ottici per individuare i primi segni della malattia.
La notizia, riportata dalla Bbc, spiega come dalle fotografie della retina, nella parte posteriore dell'occhio, si potranno scorgere varie indicazione della salute del cervello e, utilizzando il software AI per analizzare le informazioni, gli scienziati potrebbero essere in grado di individuare segni di demenza senile prima che si verifichino i sintomi.
Lo studio e il gruppo di ricerca
Il gruppo NeurEYE, guidato dal l'Università di Edimburgo comprende, tra gli altri, ricercatori della Glasgow Caledonian University. La ricerca ha raccolto quasi un milione di scansioni oculari presso ottici in tutta la Scozia e con l'aiuto della AI ha sviluppato un algoritmo che può valutare la salute dei vasi sanguigni nell'occhio e, di conseguenza indicare, la presenza di malattie neuro-degenerative.
Il database, creato dal gruppo, potrà essere applicato alle fotografie scattate durante gli esami oculistici di routine e potrebbe eventualmente essere utilizzato dai medici per diagnosticare le condizioni del paziente in una fase che altrimenti verrebbe definita precoce.
I vasi sanguigni degli occhi sono molto piccoli e sottili, il che significa che possono mostrare le condizioni di salute del soggetto prima di altre parti del corpo.
Baljean Dhillon, professore di oftalmologia clinica presso l'Università di Edimburgo e co-capo del progetto, ha dichiarato: "L'occhio può dirci molto più di quanto pensiamo. La retina è un pozzo di informazioni ed è un barometro biologico della salute del nostro cervello. Da una semplice fotografia si potrà prevedere un ipotetico cambiamento del cervello negli anni futuri di vita”.
La malattia: in cosa consiste la demenza senile
La demenza senile impedisce alle cellule cerebrali di funzionare correttamente, influenzando la capacità di ricordare, pensare e parlare. Secondo Dementia UK, una persona su 14 sopra i 65 anni e una su sei oltre gli 80 anni ne è affetta.
Condizioni come il morbo di Alzheimer possono portare a perdita di memoria, confusione o problemi con la parola e la comprensione. Non esiste ancora una cura conosciuta per la malattia, ma la diagnosi precoce potrà consentire ai pazienti di ottenere un trattamento tempestivo e lasciare così tempo supplementare al paziente e ai familiari per adattarsi e prepararsi per il futuro.
Il racconto di un paziente
David Steele, 65 anni, (ingegnere meccanico in pensione) ha dichiarato alla Bbc Scotland News che una diagnosi precoce avrebbe potuto salvare la madre (affetta dalla malattia) e la famiglia da 10 lunghi anni di dolore e lotta. La vista della donna peggiorava di giorno in giorno e inizialmente la diagnosi era di degenerazione maculare. Questa valutazione ha “mascherato” il problema reale che, ad oggi, sono consapevoli sia stata cecità cerebrale legata al morbo di Alzheimer.
Steele ha affermato: "sarebbe stato estremamente importante per tutti avere una diagnosi precoce. Il più grande aiuto sarebbe stato dato a mio padre che stava “gestendo” il declino di mia madre”.
Lo specialista optometrista Ian Cameron, che gestisce uno studio a Edimburgo, ha dichiarato: "L'occhio è unico in quanto è una finestra su tutto il corpo. Contiene tutte le informazioni sulla salute del corpo, quindi oltre a tutte le malattie degli occhi, rileviamo anche particolarità del sistema vascolare, del cuore, l'ipertensione, il diabete, e anche alcuni collegamenti a condizioni neurologiche –. continua lo specialista – Alcune condizioni si presentano piuttosto tardi, ma con questa tecnologia stiamo iniziando a pensare si possano individuare prima. Se ci si sottopone a controlli regolari agli occhi (almeno ogni due anni) questo porterà a risultati migliori per la salute generale."
Il team che si occupa del progetto spera di avere un prototipo pronto entro la fine dell'anno con il lancio della tecnologia nel 2026.