Sabato 26 Aprile 2025
STEFANIA CONSENTI
Salone

"Design, tecnologia arte e creatività. Un Salone globale"

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile Milano, il gran giorno è arrivato, la città è in fermento, c’è...

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile Milano, il gran giorno è arrivato, la città è in fermento, c’è...

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile Milano, il gran giorno è arrivato, la città è in fermento, c’è...

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile Milano, il gran giorno è arrivato, la città è in fermento, c’è grande attesa, la manifestazione si conferma unica nel suo genere. Cosa ci dobbiamo aspettare da questa edizione così ricca di novità?

"Più degli altri anni si conferma la vocazione internazionale del Salone, un punto di riferimento mondiale, con i numeri che ne raccontano l’evoluzione. Per la Biennale di Euroluce, poi, abbiamo più di 300 espositori da 25 Paesi (46,5% dall’estero), con grandi player e bellissime aziende che arrivano ad esempio dagli Stati Uniti. Voglio ricordare gli 84 espositori che sono oggi qui per la prima volta (52,6% dall’estero). Insieme ad un programma culturale di alto profilo con installazioni dentro la fiera e in città. Mi riferisco a Villa Héritage di Yves Rochon e Paolo Sorrentino con La dolce attesa. Facciamo un investimento sul settore classico (padiglioni 13-15) con un focus dedicato a quella capacità tutta italiana di creare oggetti senza tempo. Il Salone è un acceleratore di business, un laboratorio di nuove idee".

In città il programma culturale del Salone è altrettanto ricco...

"Milano è un palcoscenico ideale, per noi non solo una location. Oltre al Castello Sforzesco con il progetto di Robert Wilson e la Pietà Rondanini, abbiamo scelto il Cortile d’Onore della Pinacoteca di Brera e un progetto, Library of Light, dell’artista britannica Es Devlin, una ’rockstar della luce’, che ha progettato alcuni dei palcoscenici più importanti al mondo, lavorando per gli U2 e la Scala. Le sue opere sono esposte in diversi musei del mondo e ha progettato il padiglione a Expo Dubai per il Regno Unito. Un’artista a tutto tondo che abbiamo fortemente voluto per l’installazione temporanea a Brera. Con Wilson e Devlin, due sguardi visionari molto diversi, vogliamo provare a raccontare questi luoghi attraverso la luce. Incontro perfetto tra design, arte e tecnologia, l’opera ridefinisce il concetto di biblioteca come luogo di sapere e connessione".

Ma non è tutto.

"Dopodomani, con la prima edizione di The Euroluce International Lighting Forum (pad. 2), qui in Fiera potremo ragionare con artisti, designer, architetti, artisti, scenografi, scienziati, biologi, antropologi, astronomi, psicologi su come progettare la luce, anche per le implicazioni che può avere in certi contesti. Una buona progettazione della luce riduce i tempi di guarigione negli ospedali, aumenta la produttività nei luoghi di lavori. Nella progettazione della luce ad alto livello oggi sono coinvolti non solo i light designer ma anche neuroscienziati e c’è una dimensione estetica non trascurabile".

Sono previsti anche due giornate di studio sulla luce...

"Venti voci internazionali tra cui Robert Wilson e Marjan van Aubel rifletteranno sull’impatto della progettazione della luce. La luce può anche valorizzare in chiave nuova l’architettura, ma anche le nostre città, illuminare i nostri quartieri. E ci ritroveremo a dibattere di tutto questo in un luogo significativo, nell’Arena – The Forest of Space – firmata dall’architetto giapponese Sou Fujimoto, già autore della nuvola metallica del Serpentine Gallery Pavilion (Londra, 2013) e della torre Arbre Blanc, capolavoro di purismo".

C’è stato un intenso lavoro di promozione internaziale per attrarre pubblici da tutto il mondo, avete girato il pianeta in lungo e largo. E oggi si vedranno i frutti...

"Americani, cinesi, europei, aspettiamo presenze dall’India. Da oggi ne avremo la certezza! Però vede, il nostro obiettivo non è battere il 2024 in termini di presenze numeriche, voglio uscire da questa vecchia logica, trovo che sia un approccio inadeguato. Tutto il lavoro che abbiamo fatto è nell’ottica di attrarre player di qualità, garantire volumi e internazionalità: le aziende investono molto sul Salone e vogliono lavorare ai massimi livelli. E poi, nelle altre fiere all’estero i visitatori non superano gli 80 mila, noi l’anno scorso abbiamo totalizzato 370 mila persone. Non sarebbe nemmeno sostenibile andare oltre senza perdere in qualità".

Che cosa la rende orgogliosa di questo Salone del Mobile?

"Il binomio business e cultura. Penso sia la strada giusta per distinguersi dagli altri. Continuare a lavorare sul progetto, sul design, essere un riferimento a livello globale. Vedrete, abbiamo un Salone straordinario, solo qui le grandi aziende presentano le novità".